7.0
- Band: NOKTURNAL MORTUM
- Durata: 00:48:17
- Disponibile dal: 16/02/2022
- Etichetta:
- Oriana Music
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
La band ucraina torna sui propri passi, questa volta non in termini politici, bensì per dare nuova vita alla loro terza demotape, quel “Lunar Poetry” per inciso già rimasterizzato un paio di volte negli anni intercorsi dalla prima uscita.
È evidente l’importanza di questo lavoro all’interno del corpus musicale dei Nokturnal Mortum, e probabilmente anche agli occhi dei fan rappresenta tutt’oggi una delle loro uscite più rilevanti; non va infatti dimenticato che correva l’anno 1996, e anche se sotto i ponti del black metal di acqua ne era già passata molta, la scena ucraina non aveva al tempo pressoché alcuna visibilità. Ecco perché questa registrazione – in grado di pescare parimenti dalla complessità degli Emperor, dalle orchestrazioni dei Dimmu Borgir e dall’intelligente ricerca in ambito folk di band come i Negura Bunget (giusto per citare chi all’Est già si stava facendo un nome) – ha sicuramente un suo valore rilevante. Ma la domanda giunge comunque spontanea: cui prodest? Verificando su Discogs, per meschina curiosità, si trovano ancora copie delle precedenti edizioni a prezzi umani, e ri-registrare e provare a rivitalizzare un lavoro vecchio di venticinque anni ci sembra francamente un’arma a doppio taglio (chi ha detto Cradle Of Filth?). Da una parte il fascino dei nastri del tempo che furono sta anche nelle imprecisioni, nelle ingenuità, nella produzione non eccellente – questo senza nulla togliere al piacere di poter ascoltare registrazioni degne di questo nome e in cui il combo di Kharkiv ha comunque cercato di aggiungere un tocco al passo coi (loro) tempi. Dall’altro, proprio su questo tema, la direzione musicale dei Nokturnal Mortum è ormai più complessa, elaborata, o semplicemente differente rispetto a quanto qui presente.
Nulla da dire sulla qualità dei brani ed esecutiva: se guardassimo solo a quella, potreste aggiungere serenamente un punto e mezzo alla nostra valutazione, poiché brani già intensi suonati da una band divenuta nel frattempo degna del gotha dell’estremo non lasciano adito a dubbi e cali di sorta. Ma l’utilità e il fascino che possono emanare da questo disco in senso assoluto ci sembrano… relativi.