7.5
- Band: NONEXIST
- Durata: 00:35:00
- Disponibile dal: //2002
- Etichetta:
- Regain Records
- Distributore: Self
Nonexist, questi sconosciuti! Chissà quanti di voi, leggendo questo monicker, si sono chiesti chi diavolo siano costoro. Siamo convinti però che non appena leggerete i nomi coinvolti in questo progetto il vostro interesse per esso aumenterà notevolmente. Siamo lieti di annunciarvi che i Nonexist sono la nuova band di Johan Liiva, ex cantante di Arch Enemy e Carnage, accompagnato in questa nuova avventura da Johan Reinholdz, chitarrista dei prog metaller Andromeda (qui impegnato anche come bassista), e dall’ottimo batterista Matte Modin (Defleshed, Dark Funeral). I motivi che hanno portato Liiva ad abbandonare una band come gli Arch Enemy, il cui seguito era ed è notevolmente in crescita, divengono del tutto chiari una volta ascoltato questo “Deus Deceptor”. E’ probabile che il cantante non deve aver condiviso la decisione dei fratelli Amott di portare la loro musica su territori più melodici ed accessibili ed è così che, una volta abbandonata la band, Liiva ha deciso di lanciarsi in questa nuova avventura con il chiaro intento di dare un ulteriore seguito ad album splendidi come “Black Earth” e “Stigmata”. Death-thrash estremamente tecnico è quindi quello che ci propongono i Nonexist, alcune volte stemperato da buone dosi di melodia mentre in altre totalmente devoto a riff assassini e a blast beat devastanti. Qua e là si avvertono anche echi dei seminali Carcass del periodo “Heartwork”, ma il più delle volte i tre riescono a mantenere un’impronta davvero personale e riconoscibile, inserendo anche melodie davvero insolite per il genere (ascoltate “A Halo Askew”). “Faith”, “Ebony Tower” e la violentissima “Delirious Tongues” sono brani che lasciano davvero il segno, guidati dalle vocals laceranti di Liiva, alle prese con una delle migliori performance della sua carriera, e valorizzati anche da una produzione potentissima e mai troppo pulita, ad opera di Tommy Tagtgren degli Abyss Studios. Inoltre, tra una mazzata e l’altra, c’è anche spazio per due piacevolissimi brani strumentali: “Ataraxia” e “Nowhere”, episodi davvero azzeccati che concedono un po’ di respiro in mezzo alla furia dei restanti brani. Un ritorno sulla scena in grande stile, quindi, a tratti anche superiore al buon “Wages Of Sin” degli Arch Enemy. Da oggi la Svezia e il panorama death-thrash sembrano poter contare su una nuova grande band: largo quindi ai Nonexist e, citando i già oltremodo menzionati Arch Enemy… Let the killing begin!