7.0
- Band: NOOTRIA
- Durata: 00:18:12
- Disponibile dal: 20/09/2019
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Si scrive Nootria e si legge esattamente come il simpatico animaletto utilizzato per anni come succedaneo per pellicce. Analogamente al castorino da cui prendono il nome, i quattro carpigiani sanno essere morbidi in superficie ma anche decisi e graffianti come roditori, restituendo una bella sintesi di “rock alternativo” anni Novanta. I fari principali a cui i Nostri guardano sono innanzitutto lo stoner delle origini, quando le chitarre sapevano essere robuste e lisergiche senza quasi necessità di etichette e i duetti con il basso ci facevano sognare di percorrere chilometri e chilometri nel deserto con un dragster (soprattutto in “One Word” e “Dead Lane”). Parallelamente, è forte il richiamo alla scena di Seattle, in particolare agli Alice In Chains più abrasivi nell’impronta vocale e ai Mudhoney nelle strutture cangianti e burrascose dei brani – e anche qui torniamo alle band di confine che già occhieggiavano alle chitarre di Melvins e Kyuss in direzione della seconda e più compiuta generazione stoner/sludge. In tutto questo, i Nootria sono quasi più “americani” dei loro maestri, e non mancano momenti che avrebbero avuto al tempo una certa potenzialità da classifica, a cavallo tra la rabbia accalorato e suadente dei Creed e qualche cavalcata in controtempo quasi vicina ai Rage Against The Machine: una sintesi che, lo ammettiamo, suona curiosa o improbabile, ma si può buon recepire in “Killing Karma”. Personalmente, siamo cresciuti anche con quel sound, e il giusto gap temporale non lascia dubbi sull’onestà e la sincerità dell’amore che i quattro hanno per certe sonorità; al tempo stesso, questo breve EP è godibile. Certo, resta un approccio musicale datata e ormai cristallizzato in una manciata di nomi – che non a caso abbiamo citato – ma augurare di poter compiere il passo verso un full length ci pare dovuto, per i Nootria.