7.5
- Band: NORDJEVEL
- Durata: 00:47:15
- Disponibile dal: 29/03/2019
- Etichetta:
- Osmose Productions
- Distributore: Audioglobe
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Norvegesi di origine, ma con lo sguardo rivolto alla vicina Svezia per quanto concerne i propri modelli di riferimento, i Nordjevel si riaffacciano sul mercato con un secondo disco che saprà dire parecchio sul loro futuro all’interno del circuito black metal. Un’opera che, proseguendo nel solco dell’apprezzato esordio omonimo, si guarda bene dal reinventare la ruota del genere, scavandosi una nicchia nel sound gelido, volutamente parossistico, codificato a metà anni Novanta da gruppi come Dark Funeral, Marduk e Setherial, senza alcuna intenzione di stravolgerne i connotati stilistici. Potenziale deterrente nei confronti di chi – specie di questi tempi – è in cerca di ermetismo e continue sperimentazioni, fonte di notevole interesse per gli estimatori del filone e dei vari “Nord…” e “Vobiscum Satanas”, in cui alla mancanza di vera personalità seguono un ingegno e una capacità di rilettura di certe trame difficili da sottovalutare.
Arruolati due musicisti espertissimi del calibro di Dominator (The Wretched End, ex Aeon, ex Dark Funeral) e Destructhor (Myrkskog, ex Morbid Angel), i Nostri confezionano quindi un lotto di brani che, per quanto indiscutibilmente truce e ‘no compromise’, non tarda a svelare una notevole gamma espressiva, declinata a seconda delle occasioni in rasoiate annichilenti (“Sunset Glow”, “Apokalupsis Eschation”), digressioni dal respiro più controllato (“The Idea of One-Ness”, “Black Lights from the Void”) e fugaci lampi di emotività (“Devilry”, “Nazarene Necrophilia”), con tutto ciò che sta nel mezzo a fungere da collante in un quadro complessivo di pura ferocia e blasfemia.
Il guitar work è chirurgico, implacabile; la sezione ritmica penetrante e sempre messa al servizio dei pezzi; ogni cambio di tempo studiato per infliggere quanti più danni possibili. Via via che trascorrono i minuti, “Necrogenesis” gioca benissimo le proprie carte, configurandosi come un lavoro tanto efferato quanto metodico nelle decisioni da intraprendere e nella cura riservata ai dettagli. Un piccolo exploit che, complice il supporto di un’etichetta solida come l’Osmose Productions, potrebbe presto ridurre il gap tra il quartetto e i suddetti maestri scandinavi. Se lo swedish black metal è il vostro pane, concedetegli assolutamente un ascolto.