8.0
- Band: NORTHTALE
- Durata: 01:04:53
- Disponibile dal: 12/11/2021
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Secondo album ad opera della creatura personale del talentuoso e carismatico chitarrista Bill Hudson, la cui figura, prima della nascita del progetto Northtale, è sempre stata associata a quella di un performer, anziché di un compositore o di un leader con tutti i crismi.
Già col primo e ottimo lavoro “Welcome To Paradise” era apparso chiaro che le numerose apparizioni dell’appariscente chitarrista all’interno di numerosi progetti, più o meno affini alle sonorità classiche, non potevano che avergli trasmesso numerose nozioni, necessarie al momento di mettersi finalmente in campo con qualcosa di appartenente principalmente a lui. Per quanto riguarda il nuovissimo “Eternal Flame”, bisogna ammettere che il punto di partenza non era esattamente dei più favorevoli, considerando la prematura separazione da un vocalist mostruoso come Christian Eriksson (ex Twilight Force), il cui contributo appariva tangibile anche all’interno del songwriting. La formula è sempre un power metal moderno, tecnico e possente, con in più degli accorgimenti alquanto ficcanti e presi direttamente dal repertorio culturale dello stesso Bill, che in quest’album non manca di rivolgere ben più di un omaggio alla sua amata terra natia, ma di questo parleremo meglio in separata sede. Per adesso, ci limitiamo a dire che la partenza di Christian ha evidentemente permesso all’attuale unico leader di poter dare ancora più sfogo al proprio estro, senza dover scendere ad eventuali compromessi.
Detto questo, era inevitabile che le attenzioni più insidiose sarebbero state tutte per il nuovo ingresso alla voce Guilherme Hirose, frontman anche dei gradevolissimi Traumer, il cui ingrato compito consiste nell’andare a sostituire uno dei cantanti più apprezzati della scena power metal attuale. Fortunatamente, lo diciamo subito, la scelta si è rivelata oltremodo azzeccata, soprattutto sul versante della timbrica, e la conferma di ciò si manifesta sin dalla iniziale “Only Human”, all’interno della quale troviamo numerosi sfoggi vocali tecnici, mentre alle sue spalle spiccano le note di una opener power metal pregna di tutto ciò che un appassionato cerca in un prodotto di questo tipo: dalle melodie possenti, passando per un guitar work di stampo neoclassico, fino alle immancabili sezioni in doppia cassa a rotta di collo.
Già con la seconda “Wings Of Salvation” si inizia ad intravedere quella varietà che chi di dovere ha voluto mettere in evidenza, trattandosi di un brano dalla natura molto diversa rispetto al precedente: qui le ritmiche più veloci vengono sostituite da un incedere cadenzato, abbinato a delle melodie di tastiera sullo sfondo luminose e gioviali che poi però modulano in un bridge di pianoforte e in un assolo di chitarra quasi tetri a loro modo. Il risultato sarebbe degno della colonna sonora di un film della Pixar.
La vera bomba arriva relativamente in fretta, dal momento che in “Future Calls” troviamo nient’altri che Sua Maestà Kai Hansen insieme al figlio Tim, e ovviamente il risultato è forse il pezzo più fomentante dell’intero pacchetto, caratterizzato da un songwriting micidiale e da un perfetto bilanciamento, con la giusta enfasi posta verso la componente adrenalinica e alla valorizzazione degli ospiti; per non parlare poi del ritornello, davvero da applausi!
Un’altra chicca è senza dubbio “The Land Of Mystic Rites”, le cui connotazioni la avvicinano quasi più alla musica etnica, anziché al power metal, pur senza nulla voler togliere anche alla seguente “Midnight Bells”, ancora oggi grintosa e convincente come al momento dell’uscita come singolo e con quel sapore di power metal teutonico che non guasta. Al contrario, la titletrack si avvicina più a quanto fatto ad esempio in tempi recenti dagli Eternity’s End, con un andamento parzialmente ‘ottantiano’ e una componente tecnica ancora più marcata.
La seconda metà dell’album si apre con una parvenza tetra grazie a “In The Name Of God”, tornando però in una dimensione inerente al power classico con “Ride The Storm” e “King Of Your Illusion”, la quale riesce comunque a sfoggiare soluzioni stilistiche differenti dalla precedente, confermando nuovamente l’attenzione posta alla necessità di evitare a tutti i costi l’eventuale senso di piattezza. Di questo non vi è infatti traccia nemmeno per un solo istante, e persino la breve e inaspettata “Judas Be My Guide” (cover degli Iron Maiden), nonché la lunga suite conclusiva “Nature’s Revenge”, riescono a vivere di essenza propria, senza sembrare dei riempitivi o degli allungamenti volti a infoltire il tutto; anche grazie alla presenza di Jonas Heidgert (Dragonland, Destiny) e Mary Zimmer (Helion Prime) in veste di ospiti.
L’outro “Ivy” ci accompagna all’inevitabile conclusione di uno dei migliori lavori di genere power metal dell’anno ormai quasi trascorso, figlio senza dubbio dell’amore da parte del leader della band per lo stile musicale in questione. Pare proprio infatti che Bill abbia voluto fare suoi gran parte degli stilemi tipici del filone più magico e sognante della nostra musica preferita, per poi maneggiarli e confezionarli in un’opera varia e avvincente. Non ci sono punti morti o fasi sottotono, e questo ci basta per considerare “Eternal Flame” come un acquisto pressoché obbligatorio per qualsiasi estimatore.