8.0
- Band: NOVEMBERS DOOM
- Durata: 00:50:51
- Disponibile dal: 15/05/2011
- Etichetta: The End Records
- Distributore: Masterpiece
In oltre vent’anni di carriera, gli americani Novembers Doom, pur non arrivando alla prolificità di molte formazioni, sono riusciti a costruire attorno a se una buona cerchia di fan, merito soprattutto della qualità degli episodi che compongono la loro discografia. “Aphotic” segna l’ottavo full-length in carriera, un album che non denigra quanto fatto in passato, pur abbracciando la svolta più marcatamente death degli ultimi lavori. Tutto, partendo dall’affascinante cover – una delle più belle viste quest’anno – fa presagire l’arrivo di un lavoro dalla caratura superiore. Il doom/death dei Novembers Doom appare ora come non mai equilibrato e incline, ancora una volta, a mettersi in gioco aggiungendo piccoli ma importanti tasselli nell’identità del proprio sound: la presenza di Anneke Van Giersbergen e del sempreverde Dan Swano contribuisce a rendere ancora più vario e imprevedibile l’incedere del lavoro. L’indole progressiva della band riaffiora in lunghe composizioni come la cangiante “The Dark Host”, traccia apripista di “Aphotic” che dall’alto dei suoi otto minuti passa in rassegna le molteplici sfumature del suono della band, sempre ben interpretate dalla voce espressiva di Paul Kuhr. Le atmosfere tristi e sognanti di episodi come “Of Age And Origin” e “What Could Have Been” – toccante l’interpretazione di Anneke – vengono spente dall’andatura lenta ed oppressiva di “Buried Old”, brano che affonda le proprie radici in un doom plumbleo che spegne ogni speranza all’ascoltatore. Come in passato, saltano all’orecchio riferimenti più o meno espliciti alla triade del doom inglese e a formazioni come gli Opeth, anche se fortunatamente l’effetto deja vù sembra meno accentuato se confrontato con gli esordi, segno che la band ha imparato a muoversi con le proprie gambe. Poco da recriminare ad un lavoro come “Aphotic”: ottime canzoni cariche di atmosfera, nessun calo di tensione, ed una produzione assolutamente all’altezza della situazione. Un altro ottimo album dalla formazione di Chicago.