7.0
- Band: NUBIVAGANT
- Durata: 00:37:56
- Disponibile dal: 04/10/2024
- Etichetta:
- Amor Fati Productions
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Terza prova discografica per questo progetto di Gionata ‘Omega’ Potenti, attivissimo nel panorama estremo internazionale con diverse band black metal (tra le altre, Darvaza, Frostmoon Eclipse, Moloch e Chaos Invocation).
Anche con Nubivagant siamo – anche se non completamente – in ambito black metal, nello specifico dai tratti ritualistici e ‘trascendentali’, reso decisamente meno scontato grazie alla voce pulita di Omega, che già dal precedente “The Wheel and the Universe” ha totalmente abbandonato lo scream. E questo lavoro ha davvero molto in comune con il suo predecessore, rispetto al quale si pone in perfetta continuità stilistica. A voler essere più precisi, possiamo dire che l’intero concept poggia su pilastri che ormai riteniamo chiari e ben definiti, a partire dall’aspetto visivo (tutte e tre le copertine riportano un disegno diverso, racchiuso dalla stessa cornice, su fondo carta di pergamena, come fossero illustrazioni dei tarocchi).
Anche musicalmente quindi navighiamo – o forse dovremmo dire vaghiamo – in territori ampiamente conosciuti, fatti di un’oscurità avvolgente e misteriosa: molta suggestiva è “Endless Mourning”, dall’incedere ipnotico e una linea vocale che si sposa benissimo con le suggestioni magiche della musica, che ricordano da lontano quelle sciamaniche dei Caronte.
Non solo black metal, dicevamo, infatti abbiamo riverberi doom rock che danno alla musica dei Nubivagant una texture dilatata e allo stesso tempo densa, si veda a tal proposito la lenta e massiccia “A Perfect Throne”, mentre “Who Made The World” ci riporta a velocità più sostenute, con riff zanzarosi e una batteria belligerante; qui come altrove troviamo sprazzi di epicità gelida, gli stessi che in passato ci avevano fatto pensare ai Primordial, ma anche ai Bathory del periodo “Hammerheart” (pensiamo a “The Voice Of A Black Candle”, traccia cadenzata e quasi strumentale, nel senso che i cori vengono utilizzati come un ulteriore strumento, anziché voce narrante).
Nel complesso, siamo di fronte ad un disco che non riserva sorprese, e anzi indulge ampiamente in soluzioni e melodie tra loro molto simili: ques’ultima l’unica pecca di un lavoro che risulta in ogni caso a fuoco e supportato da ottimi suoni.
È innegabile che Potenti sia riuscito a dare un’impronta personale a questo progetto, che non mancherà di piacere agli appassionati di black metal ‘ortodosso’ (inteso in senso lato), dai toni intimisti e atmosferici.