7.0
- Band: NUDIST
- Durata: 00:25:35
- Disponibile dal: 20/03/2017
- Etichetta:
- Argonauta Records
- Distributore: Goodfellas
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Il ritorno dopo due anni dal precedente “See The Light Beyond The Spiral” per i fiorentini Nudist è una tavolozza molto sfaccettata; sopra l’ossatura di basso e batteria mai banali, si innestano chitarre apertissime con riff talvolta lenti, spesso cangianti e sempre fatti di lana di vetro da una parte, e dall’altra un cantato sguaiato, corrotto e malato. Ecco i pilastri su cui poggia la proposta della band, di fondo un efficace sludge venato di post-parecchie-cose, in primis il post hardcore dei migliori modelli; vengono alla mente tanto i Fugazi per certe destrutturazioni, quanto i Converge per la furia intelligente espressa. L’iniziale “Strenghtless” segue perfettamente tale modello, con anche un inserto alle soglie del post-rock sul finale, in cui la sei corde si fa ancora più dilatata e squillante. La title track “Bury My Innocence”, come testimoniato dalla durata inferiore ai tre minuti, verte particolarmente sul versante -core, con il basso sferzante in buono spolvero e la chitarra votata a puro noise; e riesce a fare da perfetta intro alla successiva “Bloody Waters”: un brano ricco di groove, cadenzato ma per nulla banale, impreziosito dai cambi di tempo alle soglie del math-core. E pur in soli venticinque minuti di durata, resta costante questa sensazione di un lavoro che cresce, in cui una sorta di concept sonoro si innesta di brano in brano. Così la bella “Dead Leaves” riparte proprio dai tempi dispari della traccia precedente, il basso si fa nuovamente carico di sostenere una chitarra schizoide e ritmata insieme, mentre il cantato continua a stordirci con forza: qui siamo quasi dalle parti dei Jesus Lizard, solo un po’ più violenti, ma sempre con spiccata personalità. La chiusura è affidata alla deriva (non a caso) di “Drift”, pezzo votato a una maggiore atmosfera e ossessività– ben costruite dal crescendo di una chitarra diafana ma incisiva e dall’esplosione di una sezione ritmica che dialoga in sincope. Una buonissima conferma per i Nudist e per le potenzialità di una scena nazionale decisamente in grande spolvero per questo tipo di sonorità.