8.0
- Band: NUDIST
- Durata: 00:42:55
- Disponibile dal: 10/03/2015
- Etichetta:
- Dio Drone
- Shove Records
- Distributore: Audioglobe
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Una coltre plumbea cala su Firenze con l’uscita di “See The Light Beyond The Spiral”, secondo lascito dei Nudist edito a più mani da Shove Records, Dio Drone ed altre labels e prima prova, dopo le due precedenti strumentali, per la nuova formazione del gruppo fiorentino comprendente oltre alla voce ben due batterie al suo interno. Pur con una così forte presenza ritmica comunque, il timone viene saldamente sorretto da una chitarra cangiante e molto fluida nella naturale successione con cui alterna riff impattanti e carichi di groove a bellissime divagazioni ‘post’, che, nelle loro atmosferiche evoluzioni, incarnano una parte fondamentale della buona riuscita dell’intero album. Non scadendo mai in soluzioni di facile presa ma ormai risentite decine di volte, i Nudist riescono ad amalgamare in un pensiero unitario ma mutevole numerosi input artistici non necessariamente collegati ad una sola scena musicale, realizzando a conti fatti un egregio compendio di composizioni dalla vena grave e sfuggente. La lezione americana, che parte dagli immancabili Isis e dall’hardcore de-strutturato di Fugazi e Botch, fino agli isterismi punk-noise di Melvins e Refused, è stata masticata e rielaborata dai Nostri secondo regole del tutto personali, aggiungendo per esempio il ricorso ad effetti e frasi simili in canzoni diverse, particolare questo che rende in un certo senso circolare e narrativo l’ascolto delle canzoni nella loro naturale successione. “Horror Vacui” è una continua ricerca intorno allo stesso inquietante tema centrale, che viene variato, appesantito, completamente straziato in momenti di confusione noise, per poi tornare ancora più solenne nella parte finale e concludendo forse l’episodio migliore di tutto il lavoro. “Concealed Underground” invece mostra un lato molto più heavy per il combo, dove è il basso a tenere il ritmo sempre alto ed incalzante. Anche in questo caso un utilizzo intelligente dell’effettistica permette di mettere in risalto solamente alcuni momenti della canzone, senza annegare il tutto in un mare di feedback difficilmente comprensibile e poco intellegibile. “See The Light Beyond The Spiral”, “Blind Spiders” e la conclusiva “Suicide” mostrano ancora con prolificità ed inventiva la capacità dei Nostri di giocare con gli elementi sopracitati, lasciandosi andare, soprattutto nella traccia finale, a veri e propri viaggi lisergici extra-sensoriali capaci però di catapultarci nuovamente e con inaudita violenza alla tragica concretezza del reale in meno di un secondo con ritorni repentini alla distorsione e a ritmi percussivi molto fisici. La presenza in line-up di due batteristi avrebbe potuto essere rimarcata da un lavoro più vario e fantasioso dietro le pelli, visto che il più delle volte i due si limitano solamente a ripetere esattamente le stesse partiture, mentre la voce cavernosa e ricca di delay di Lore, pur coronando perfettamente l’inquietante quadro dipinto dai Nudist, sarebbe piaciuta un po’ più varia a livello metrico, anche se è giusto precisare che stiamo parlando di dettagli assolutamente marginali nel nostro giudizio complessivo su “See The Light Beyond The Spiral”, un lavoro brillante e baciato dall’esperienza affatto spaccona ed invece molto funzionale dei suoi musicisti, che donano una validissima alternativa ai “soliti” Ufomammut in campo psychedelic/post/doom, genere non certo sovraffollato nel nostro Paese e sempre in cerca di nuove perle da scoprire, proprio come questa che ci siamo trovati tra le mani oggi.