5.5
- Band: OBEDIENCE TO DICTATOR
- Durata: 00:19:32
- Disponibile dal: 08/08/2015
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Con un certo ritardo ci apprestiamo a raccontarvi qualcosa in più sugli Obedience To Dict∆tor e sulla loro demo “Hogzilla”, rilasciata digitalmente in formato indipendente qualche mese fa. Se volessimo cercare di definire in maniera perentoria ed univoca lo stile proposto dalla band ci troveremmo di fronte a qualche difficoltà, non certo purtroppo per un’estrosità particolarmente marcata o per un gusto nella fusione di generi differenti ricercato e caratterizzante, quanto piuttosto per un’idea generale legata al sound dei Nostri ancora poco matura e molto confusionaria. Non commetteremmo errore nell’inserire “Hogzilla” tra i recenti tentativi di seguire l’ondata deathcore a stelle strisce, utilizzando quindi tutti i tratti distintivi di questo settore (vedi accordature ribassate, chitarre a sette corde e ricorsi al breakdown oltre ogni aspettativa) ma senza mai scrollarsi di dosso un persistente alone metal-core anni ’00 che dona a tutte le composizioni un alone “vintage” che potrebbe piacere come anche no. “Grimlock Overload” incarna il versante più aggressivo del discorso, presentando tempi sostenuti sorretti perlopiù dal blast beat della batteria, mentre “Solar Warden” amplia il discorso ritmico e melodico aggiungendo ulteriori elementi al songwriting, per un risultato tutto sommato accettabile. Crediamo invece che ancora molto debba essere fatto per cercare di rendere più accattivanti e maggiormente coese alle parti sparate i momenti di quiete di “Hogzilla”, corrispondenti in primis alla conclusiva “Let Me Sleep (We Have To Fight)”: in questo caso, è ben chiara l’intenzione di aggiungere profondità e melodia al dischetto in questione, ma la band fa questo con eccessiva approssimazione, registrando un brano che mostra spunti interessanti, ma sviluppati con scarsa cura nei dettagli. La voce di Edoardo Del Principe, pur non raggiungendo le tonalità abissali del deathcore, risulta forse l’elemento più cangiante e meglio inserito del lavoro, riuscendo a variare registri a seconda del riffing a cui si accompagna, mentre ancora acerbo e poco professionale è l’impatto della produzione, smaccatamente “homemade” ed un pelo spompata. Molte ombre e poche luci su “Hogzilla” quindi, un prodotto inesperto e per certi versi ingenuo, ma aggiustando debitamente il tiro gli Obedience To Dict∆tor potrebbero diventare una valida risposta allo strapotere -core detenuto oltreoceano.