8.0
- Band: OBSCURA
- Durata: 00:51:32
- Disponibile dal: 19/11/2021
- Etichetta:
- Nuclear Blast
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Gli Obscura, dalla loro comparsa sulle scene avvenuta nel lontano 2002, sono sinonimo di qualità, ricerca sonora e coraggio; i numerosi cambi di formazione avvenuti negli anni, anziché indebolire una band che è sempre sembrata in evoluzione, hanno apportato piccole ma significative esperienze e nuove energie e, di volta in volta, hanno arricchito un suono che, dopo quasi vent’anni, è ormai definito e riconoscibile all’interno del panorama death. Per il nuovo “A Valediction”, prima pubblicazione della band per Nuclear Blast, i nuovi ingressi sono addirittura tre, di cui due ritorni, e tutti di una certa caratura: lo storico chitarrista Christian Münzner, che aveva fatto parte della band bavarese fino al 2014, in possesso di un curriculum invidiabile (Necrophagist, Defeated Sanity, Paradox tra gli altri); Jeroen Paul Thesseling, bassista che aveva lasciato gli Obscura nel 2011 e può vantare di aver militato nei Pestilence; il batterista David Diepold, attualmente nei Cognizance; a chiudere le fila, ovviamente, il membro fondatore Steffen Kummerer, che da sempre si occupa, oltre che della sei corde e della voce, di tutte le liriche e gli aspetti artistici legati alle uscite del gruppo. Tutto ciò ha contribuito a forgiare un sound che è sicuramente legato al passato dei tedeschi, ma contiene anche alcune novità: gli elementi fondamentali sono sempre presenti, possiamo dire che si sentono echi dei già citati Necrophagist e Pestilence, oltre che legami con i mostri sacri del genere come Morbid Angel, Death, Dark Tranquillity o Atheist, è evidente il consueto amore per lo shredding ottantiano con riff a profusione, non mancano neanche i soliti momenti più barocchi legati a strutture da musica classica, tempi jazz ed altri che riportano al thrash, ma l’approccio rispetto al recente passato è ancora più aggressivo. Le voci sono spesso feroci e, talvolta, arrivano al limite del black, mentre lo spirito prog sembra leggermente affievolito, pur non rinunciando ad un tecnicismo esasperato ma mai stucchevole. Ci sono anche inserti di cantato pulito, anche se stavolta non ci sono quelle voci filtrate alla Cynic che erano presenti negli ultimi dischi, ma echi del gruppo di Miami si possono udire chiaramente nello strumentale “Orbital Elements II” (la prima parte era su “Cosmogenesis”), il pezzo che, contro l’andamento generale del disco, arriva a sfiorare il prog più puro, con un incredibile intreccio di basso fretless e batteria. Tra gli altri pezzi sicuramente si fa notare l’opener “Forsaken”, classico Obscura-sound, con un’intro acustica che esplode in riff sincopati dal gusto fusion, affiancati ad un drumming terremotante. “When Stars Collide”, invece, vede la presenza di Bjorn ‘Speed’ Strid e, non a caso, riesce contemporaneamente a ricordare i Soilwork e a mettere in mostra la sua passione per gli anni ’80. In generale, ciò che lascia stupiti è l’abbinamento tra la quantità di suoni che ci sono in ciascun brano e la qualità altissima di ogni singolo aspetto, tanto che è pressoché impossibile assimilare tutti i dettagli dopo un solo ascolto. La produzione, curata dal celebre Fredrik Nordström allo Studio Fredman, è sicuramente heavy e potente, senza mai superare il livello di guardia che porta sovente ad avere suoni eccessivamente pompati, e per questo motivo pare azzeccata. Se, infine, la complessità sul piano musicale non è indifferente, anche a livello tematico non si scherza: “A Valediction” è visto dalla band come un nuovo inizio – il termine stesso può essere tradotto con ‘commiato’, primo passo di una trilogia che andrà a seguire la tetralogia degli album precedenti: gli argomenti trattati sono sempre legati a condizioni quali la perdita, l’abbandono e la morte ma, per la prima volta, l’intenzione di Kummerer è quella di offrire anche uno spiraglio di luce e di positività. Niente di nuovo, d’altronde il sentiero era già stato tracciato anni orsono, ma una conferma a livelli assoluti.