6.5
- Band: OBSIDIOUS
- Durata: 00:53:16
- Disponibile dal: 28/10/2022
- Etichetta:
- Season Of Mist
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Obsidious è la band formata da Linus Klausenitzer, Rafael Trujillo e Sebastian Lanser nel 2020 dopo aver lasciato gli Obscura, con l’aggiunta di Javi Perera (Jaggernaut) alla voce; quindi, inevitabilmente, i paragoni tra le due formazioni fioccheranno copiosi, anche se, in realtà, ci sono ovvi punti di contatto ma anche una certa discontinuità. Partendo dai primi, è evidente come i tre fuoriusciti dalla band di Monaco abbiano portato in dote un patrimonio tecnico fuori dal comune, che viene prepotentemente a galla nei virtuosismi che arricchiscono il loro death metal, tra assoli neoclassici, riff intricati e basso fretless (notevole, da questo punto di vista, l’intro di “Delusion”): c’è, in poche parole, tutto il bagaglio strumentale e di conoscenza della materia necessario per portare avanti la tradizione di band quali Necrophagist, Gorguts o Spawn Of Possession, solo per citare alcuni mostri sacri del genere, ed un esempio di questa tendenza può essere visto nel primo singolo “Under Black Skies”, che non avrebbe sfigurato nella tracklist di “Diluvium”. D’altro canto, però, è anche molto marcata una lodevole inclinazione verso la ricerca di qualcosa di nuovo, ed ecco “I Am”, il cui l’impeto drammatico è vicino ai Nevermore, oppure “Iron & Dust” e “Lake Of Afterlife”, con le quali ci muoviamo in territori progressive metal affini a Dream Theater o Haken; inoltre, in generale affiora l’impressione che l’obiettivo sia quello di scrivere musica con un certo groove ed una dinamicità maggiore rispetto alle esperienze passate di tre componenti su quattro, con pezzi più snelli ed accattivanti. Tale spostamento verso altri lidi è sicuramente guidato dalla voce di Perera, che mostra di trovarsi a suo agio sia con il growl sia con il cantato pulito – sul quale forse indugia in maniera eccessiva – e la presenza così massiccia di clean vocals darà di certo adito a reazioni inverse da parte degli ascoltatori legati al death metal più puro, anche se le doti canore dello spagnolo non meritano affatto di essere messe in discussione. E’ chiaro, anche dalle dichiarazioni della band, che si sia cercato di proporre qualcosa che potesse stupire, ma non sempre il proposito è andato a buon fine, soprattutto perché, a parte la già citata “I Am”, non ci sono picchi compositivi memorabili.