6.5
- Band: OBSOLETE THEORY
- Durata: 00:51:08
- Disponibile dal: 15/06/2018
- Etichetta:
- My Kingdom Music
- Distributore: Audioglobe
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Debuttano con alte aspettative ed importanti propositi i milanesi Obsolete Theory, band nata nel 2010 ed avente in discografia solo un demo autoprodotto nel 2012. Poi, ecco un paio di cambi di lineup, qualche accorgimento nel look piuttosto originale, a metà strada tra il fantascientifico/futuristico e alcuni personaggi di Mortal Kombat, ed un disco ambizioso che pare avere tutti i crismi per ben figurare nell’affollato parterre del black/doom metal a tinte esoterico-ossianiche. Il contratto multi-album con la speranzosa My Kingdom Music, la produzione deluxe affidata ad Oystein G. Brun dei Borknagar, un artwork di gran gusto e ben realizzato da Jeff Grimal dei francesi The Great Old Ones: insomma, le premesse occorrenti ci sono tutte, affinché la fangosità di questo “Mudness” non si secchi sotto Sole cocente e invece perduri in stato melmoso e semi-liquido. Cinque lunghe tracce, tutte orbitanti tra gli otto e i tredici minuti di durata, non spaventano certo i più scafati frequentatori dei lidi estremi ivi percorsi, e difatti, fin qui, nulla spiegherebbe il voto relativamente basso che vedete su in alto alla pagina. Ma ci sono dei ‘ma’: “Mudness” è certamente un lavoro che cresce con gli ascolti e che, pur presentando episodi e sezioni anche molto diretti e con forti carichi di melodia, necessita di elevata attenzione per cogliere al meglio i passaggi più reconditi ed elaborati dei brani; nonostante questa crescita-col-tempo, però, alla fine delle fruizioni si arriva sempre con una sensazione latente di incompiutezza, come se gli Obsolete Theory, cosa del resto plausibile e anche perdonabile, essendo all’esordio, non avessero ancora definito bene l’atmosfera da dare alla loro musica. Difficile da spiegare, tale parvenza, ma il mood generale elargito da “Mudness” non contorna degnamente il carattere dei suoi autori, che si alternano anche piuttosto bene tra black metal tirato e possente, death metal melodico e un doom metal quadrato e marziale che rimbomba ondeggiante in antri dalle volte oscure e sfumate dalla penombra. Prendiamo l’inizio di “Sirius’ Blood”, con quel motivetto lento alle tastiere che ricorda un po’ i Goblin, accentuato da un basso profondo: ecco, questo è ciò che occorre secondo noi agli Obsolete Theory, una manciata di arrangiamenti più atmosferici e meglio inquadrati. Per il resto, soprattutto nella costruzione schematica delle tracce, non si può contestare quasi nulla ai Nostri, in grado di mantenere elevata l’attenzione dell’ascoltatore nonostante l’importante peso specifico di questo primo lavoro. Il reparto chitarristico, composto da Mordaul e OW Raygon, si produce in una discreta polifonia di riff, hook e assoli, mentre molto interessante e variopinta è tutta la sezione vocale affidata a Daevil Wolfblood, che si districa sempre con grazia tra scream, pulito, recitati e gorgheggi vari, per una notevole maestosità lirica e corale. Ascoltato nella sua interezza, “Mudness” è un album che si anima e prende quota con l’avanzare della tracklist: è vero che ogni episodio presenta diversi cambi di tempo al suo interno, ma se si osserva bene il quadro complessivo, si potrà notare un inesorabile crescendo di ritmiche, intensità ed epicità promulgantesi da “Salmodia III” fino a “The God With The Crying Mask”, la canzone migliore del lotto. Gli Obsolete Theory dunque ci convincono con riserva, ma come al solito abbiamo preferito stare bassi di valutazione, soprattutto in questi casi dove i margini di miglioramento e perfezionamento sono parecchi. Un’attenta ascoltata è comunque assai consigliata.