OCEANWAKE – Sunless

Pubblicato il 27/03/2015 da
voto
7.0
  • Band: OCEANWAKE
  • Durata: 00:53:23
  • Disponibile dal: 13/03/2015
  • Etichetta:
  • Vici Solum Productions

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Immaginate terre sconfinate ricoperte completamente dal ghiaccio. Immaginate il freddo penetrante, la nebbia che avvolge qualsiasi cosa,essere vivente, albero, pietra e  lo cela agli occhi del mondo. Immaginate il cielo plumbeo, colorato con ogni tonalità di grigio. Immaginate un luogo remoto senza sole. Immaginate oceani sommersi che si risvegliano dopo millenni. Avrete un quadro oscuro e tenebroso. Avrete un luogo dove dimora la musica degli Oceanwake, band finlandese che con questo secondo album sorprende per la propria proposta e conferma quanto fatto di buono con “Kingdom” il precedente lavoro.  Non solo per quello che riesce a far emergere dalle quattro canzoni di “Sunless” ma per come lo fa. Un album che sorprende. Che stupisce. Atmosfere malinconiche e tetre cariche di pathos ed emotività malinconica si muovono con dinamica lenta e claustrofobica per poi esplodere in melodie drammatiche che riprendono le gesta dei padri del doom death inglese d’annata quali My Dying Bride e primissimi Paradise Lost usando la sognate classicità degli Esoteric. Gli Oceanwake sono bravi a giocare con pochi elementi stilistici e non esagerano nel riempire le loro composizioni con troppe soluzioni. Anzi riescono ad arrivare al cuore dell’ascoltatore con semplicità e gusto, evidenziando momenti catartici che sfiorano il funeral death di matrice nordica (ricordano i sottovalutati My Shameful) come nella splendida “Parhelion”contornata da aperture quasi post rock (gli ormai persi Callisto) che vanno ad illuminare le pesanti ritmiche death metal. Gli Oceanwake sono stati bravi a trovare soluzioni vocali che non annoiano e che rendono “Sunless” un ‘opera pregna di concettuale drammaticità esistenziale. Le clean vocals hanno un sapore quasi epico e sono dosate con un certo equilibrio che solo i grandi interpreti riescono a fare. Spuntano rimandi ad “Alernative 4” degli Anathema in “Avanturine” coese a partiture più furenti e catacombali come la miglior tradizione death doom richiede. Gli Oceanwake peccano forse di originalità ma è un peccato che possiamo perdonare vista la qualità emotiva che sono riusciti a trasportare nelle note di “Sunless”. Un album che non deve essere dimenticato per la carica espressiva che nasconde e che va scoperta e custodita ascolto dopo ascolto.

TRACKLIST

  1. The Lay Of A Coming Storm
  2. Parhelion
  3. Avanturine
  4. Ephemeral
1 commento
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