6.5
- Band: OF MICE & MEN
- Durata: 00.38.11
- Disponibile dal: 28/01/2014
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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Vi facciamo un favore prima di tutto: quel che suona così stupido non è che il titolo di una famosa novella firmata dal nobel John Steinbeck, da cui l’ex frontman degli Attack Attack! prese il nome del suo nuovo progetto. Il primo approccio di chi scrive alla band è l’attenzione rimbalzata da Oltreoceano verso il sex symbol Austin Charlie, anni fa la risposta USA ad Oli Sykes… principalmente per le attenzioni delle giovani donne. Dopo aver notato le persistenti lusinghe della stampa americana, andando a conoscere la band tramite Facebook notiamo il fatidico “1 mln” likes, sicuramente una cifra ragguardevole, anche se il primo approccio alla discografia è lontano dall’impressionarci. Ci arriva quindi tra le mani questo “Restoring Force”, che segna lo sbarco in Europa sotto la prestigiosa bandiera Roadrunner. Non importa quanto la band voglia confondere le carte, dichiarando il disco come il proprio “City Of Evil” e rifiutando le catalogazioni: il terzo lavoro degli Of Mice & Men dieci anni fa sarebbe stato inserito senza ombra di dubbio sotto l’etichetta ‘nu metal’, e così è come ci sentiamo di considerarlo oggi. Nonostante l’innegabile retaggio deathcore la pesante rivoluzione sonora si dirige verso territori battuti da Breaking Benjamin, Chevelle e Trapt, un nu metal congegnato per l’airplay, dalle grandi melodie vocali e dalla struttura molto semplificata, assimilabile dal primo ascolto. “Public Service Announcement” e “Bones Exposed” rappresentano il lato più accattivante e incisivo del gruppo. “Feels Like Forever” è un esempio di nu metal anno 2014, mentre la traccia sorella “Glass Hearts” evoca la pietra di paragone Chester Bennington. Purtroppo il resto non è altrettanto esaltante: “Another You” si distingue difficilmente da “Would You Still Be There”, e ciò che rimane della tracklist, seppur formalmente discreto, è praticamente innocuo. Come avveniva ai tempi la produzione, firmata da David Bendeth, è assolutamente stellare – soprattutto per quanto riguarda la sezione ritmica – e risulterà in un investimento che con tutta probabilità vedrà un rientro economico, ma anche da estimatori dell’Adidas rock non ci sentiamo di consigliare “Restoring Force” se non ai fan del gruppo, ai nostalgici del genere e, ahinoi, alle accaldate sostenitrici del bel frontman. Tornando al parallelismo iniziale con Oli Sykes nemmeno l’evoluzione è stata originale, i Bring Me The Horizon hanno saputo anticiparli in maniera molto migliore.