7.5
- Band: OFFICIUM TRISTE
- Durata: 00:42:01
- Disponibile dal: 28/05/2004
- Etichetta:
- Displeased
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Ultimamente si è investiti piacevolmente da una serie di doom metal band dotate di personalità e capaci di produrre ottimi fattori. Partendo dall’inevitabile punto di riferimento costituito dai sempreverdi My Dying Bride, si arriva ad un’ondata di gruppi interessanti tra i quali bisogna menzionare gli olandesi Officium Triste. In giro dalla metà degli anni ’90 e rinforzatisi con l’ingresso in formazione dell’ex bassista dei Liar Of Golgotha, gli Officium Triste sono arrivati al terzo full length dopo un silenzio che li aveva offuscati per ben tre anni, con un doom metal essenziale anche se supportato da tastiere sempre più presenti in sottofondo man mano che i minuti di “Reason” trascorrono. Minuti che trascorrono lentamente, anestetizzati da un mood triste, disperato. I veri capolavori del cd consistono nei primi due brani: “In Pouring Rain” e “The Silent Witness”, epidosi pregni di feeling intensi e negativi. Lo stile monolitico ricorda i finnici Shape Of Despair, ma gli Officium Triste sono meno pesanti perché alla band olandese piace molto inserire dei passaggi sospesi in cui la chitarra ritmica svanisce e lascia il campo a quella solista. Gran merito della bellezza di questi due brani va attribuito proprio al lavoro semplice, ma ispirato della chitarra solista, che intesse melodie cariche di tristezza che nascono da un gemito dello strumento in un’atmosfera grondante lacrime amare in cui la più esile nota cova dentro di sé una tragedia infinita. “This Inner Twist” è il brano meno ispirato del cd e da questo momento in poi emergono le parti di pianoforte a caratterizzare gli stacchi sospesi degli ultimi tre brani. A metà cd si assiste anche ad un leggero cambiamento stilistico: ora il quintetto di Rotterdam si avvicina maggiormente allo stile dei My Dying Bride. La distorsione delle chitarre avrebbe potuto essere prodotta in maniera migliore, più pesante e satura. I suoni dei synth sono più che buoni, ma lo stacco con i violini presente in “The Sun Doesn’t Shine Anymore” avrebbe reso meglio se fosse stato eseguito da strumenti veri perché è davvero fastidioso sentire il finto vibrato protratto troppo a lungo. La conclusiva “A Flower In Decay” presenta un riff di synth dal gusto classicheggiante e fa da eco alle parti di violino che i loro conterranei Celestial Season suonavano nel bellissimo “Solar Lovers”. “Reason” è l’ennesimo acuto di una doom metal band, magari il voto è arrotondato un po’ in eccesso, ma va premiato il buon gusto per la musica malinconica dimostrata dalla vena compositiva degli Officium Triste… un monicker di certo non scelto a caso.