7.0
- Band: OGEN , THE SCARS IN PNEUMA
- Durata: 00:25:49
- Disponibile dal: 01/10/2021
- Etichetta:
- Deadwoods Productions
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Split EP tutto bresciano, questo di Ogen e The Scars In Pneuma, realtà reduci rispettivamente di un unico EP del 2011 (il più che buono “Black Metal Unbound”) e del full length “The Path Of Seven Sorrows”, i secondi, un bel disco black metal uscito nel 2019. I due gruppi, di fatto, risalgono a musicisti in comune, ma non si può dire che siano in effetti ‘la stessa band’, visto l’approccio piuttosto differente che sotto i due loghi i musicisti utilizzano nei quattro brani presentati. Gli Ogen mantengono inalterato un piglio atmosferico del loro black metal, andando a creare, nei due brani che aprono lo split, un tappeto sonoro etereo che non fatica a divenire entusiasmante nel momento in cui gli strumentisti decidono di accentuare la parte rabbiosa della propria proposta, lasciando comunque spazio ad un certo che di tenebroso, inquietante, tingendo il tutto da una velata tristezza. Musicalmente, stiamo comunque su di un black metal che non ricerca nella sola velocità la propria carta vincente, ma che, anzi, risulta molto chitarristico e ben calibrato. Due brani davvero interessanti, che speriamo possano svilupparsi in un album vero e proprio.
Più melanconico forse l’approccio dei The Scars In Pneuma, che con l’apertura di “Santu Diadoru” creano una breccia di sola chitarra generante un’aria angosciante, che ruota su se stessa, e che solo dopo quasi quattro minuti di introduzione fa salire una distorsione e una partenza di puro black metal. Il fronte d’ispirazione è decisamente più americano e moderno che tradizionale e scandinavo, in questo brano, il quale prosegue imperterrito (forse un po’ troppo) per passare, invece, ad un episodio più cadenzato e di ampio respiro, che chiude “The Eerie Chronicles” con un pezzo più in linea sulla proposta del debut album; un black metal ieratico e marziale.
Insomma, un bel modo per far vedere che i due progetti sono ancora vivi e vegeti. Val la pena segnalare che i brani sono stati registrati e prodotti in maniera completamente casalinga (con un ottimo risultato, va detto) e usciranno in un numero limitato di musicassette (ventisei per l’esattezza).
Un buon antipasto, si spera, per una produzione un po’ più corposa da entrambi i nomi in futuro.