voto
6.5
6.5
- Band: OLD MAN'S CHILD
- Durata: 00:42:08
- Disponibile dal: 20/05/2009
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Gli Old Man’s Child sono la band di Galder, chitarrista dei Dimmu Borgir. Quanti dei fan del gruppo si saranno avvicinati a loro dopo l’entrata in formazione dell’asso della sei corde nel più noto gruppo norvegese di black metal? Molti, moltissimi. E’ bene sapere che la band ha all’attivo almeno un paio di ottimi album, tutti molto vecchi e con un’originalità che fa difetto ai tempi odierni. Il suono del gruppo infatti si è ripulito molto negli ultimi anni (e album), arrivando con questo nuovo CD ad essere addirittura a tratti pomposo. Inoltre, sembra smarrita la vena più selvaggia e personale degli esordi, a fronte di una strizzata d’occhio (forse inevitabile) verso il black metal sinfonico e pulito dei Dimmu Borgir, il tutto secondo il parere di chi scrive, naturalmente. Questo nuovo album, infatti, pur attestandosi su buoni livelli qualitativi, non lascia il marchio pesante di un grande lavoro. Ci sono ottime canzoni, “Unholy Foreign Crusade”, la lenta e groovy “The Crimson Meadows”, la melodica e sinfonica “Ferden Mot Fienden’s Land”, nonché la title track, con i suoi momenti molto emozionanti. Su tutte le canzoni, però, aleggia l’ombra di quella che ormai è la band principale di Galder, che sembra aver smarrito quella sfrontatezza degli esordi che ne contraddistingueva il sound. Il chitarrista su “Slaves Of The World” ha ovviamente più spazio per i suoi tecnicismi, e può permettersi divagazioni alle quali altrove non potrebbe dare sfogo. Il disco nel complesso supera la sufficienza, qualitativamente è valido sebbene sia sprovvisto di quel quid che lo renderebbe almeno un hot album. Dispiace dirlo, ma sembra più un album di b-side dei Dimmu Borgir. E’ questo già la dice lunga.