6.0
- Band: OMINOUS RESURRECTION
- Durata: 00:44:41
- Disponibile dal: 28/08/2020
- Etichetta:
- Terratur Possessions
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Ecco giungere in redazione il materiale promozionale del nuovo lascito musicale degli Ominous Resurrection denominato “Judgement” e licenziato da Terratur Possession, generalmente una garanzia quando si tratta di uscite black metal di un certo livello. I credits di questa release segnalano la presenza di Diabolic Gulgalta quale tratto distintivo di questa band, elemento capace di mettersi in mostra grazie al suo operato nei Negative Plane ed anche in questo caso forza compositiva primaria, che imprime infatti il suo particolare gusto decadente anche nel songwriting. Proprio i Negative Plane infatti racchiudono l’essenza più vicina a cui paragonare gli Ominous Resurrection, nonostante in questo caso si intraprenda una via ancor più eterea e rarefatta, che colloca il materiale musicale in una dimensione ‘altra’ del tutto misteriosa e per larghi tratti altamente inconoscibile. Le melodie misteriose di “Heir To The Throne” e “Ashes Of Holocaust” infatti si muovono proprio in questa direzione, così come gli agghiaccianti inserti di organo presenti in “Sons Of Pleiades”, collocando lo stile dei Nostri verso un black metal ieratico e devozionale,tinto di atmosfere oscure care alla vecchia guardia del genere ed inaugurate ormai decine di anni fa da formazioni seminali come Mortuary Drape o Necromantia; questo senza però dimenticare momenti più aggressivi, segnati dal riffing circolare delle chitarre o da tempi batteristici più forsennati che rendono l’ascolto a tratti maggiormente ossessivo ed ipnotico ed attualizzano parzialmente una formula da considerarsi altrimenti vetusta o obsoleta. Chiariti quindi gli intenti e le radici ispirative del terzetto newyorchese, ci addentriamo nel grande dilemma che affligge e mutila inesorabilmente il giudizio finale in merito a “Judgement”, ovvero le motivazioni che hanno indotto alla scelta di una produzione tanto sporca ed incomprensibile, addirittura fastidiosa nella grande maggioranza dei suoi svolgimenti. Aggiungere phatos e fascino arcano al concept della band optando per dei suoni non immediatamente fruibili e dalla difficile assimilazione avrebbe certamente avuto un senso, ma esagerare fino a rendere tanto faticosa e quasi dolorosa la semplice individuazione dei vari strumenti e fraseggi che compongono le canzoni finisce per spostare l’equilibrio sonoro fuori rotta ed inficiare gravemente la resa generale di questo straziante full-length. Un mare di fruscii e suoni ‘grattati’ insomma finisce per soffocare gli interessanti sforzi artistici degli Ominous Resurrection, le cui scelte sonore, miste ad un eccessiva ripetitività di fondo, concedono a “Judgement” una risicata sufficienza e nulla di più.