OMNICIDAL INSTINCT – Catharsis In Blight

Pubblicato il 08/05/2025 da
voto
7.5

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Ci sono lavori che ti colpiscono per la loro furia, altri per la loro complessità. E poi ci sono quelli come “Catharsis in Blight”, debutto dei techno-death metaller Omnicidal Instinct, che riescono a fare entrambe le cose con sorprendente naturalezza.
Questo EP arriva come un proiettile sparato da una scena underground sempre più vorace, plasmato dalle menti di tre musicisti provenienti da altrettanti angoli d’Europa e d’America. Il progetto nasce in Germania per volontà del chitarrista/bassista Erinç Yılmaz, ma il coinvolgimento del batterista svizzero Florent Duployer (Anachronism, Twitch of the Death Nerve, Cenotaph) e del vocalist statunitense Paulo Henri Paguntalan (Miasmatic Necrosis, Encenathrakh) ne fa una creatura transnazionale nel senso più concreto del termine. Una realtà affamata, tecnica, brutale e, soprattutto, consapevole di ciò che vuole ottenere. Un terzetto affiatato che, senza troppi giri di parole, sceglie di lanciarsi in una sfida ad armi pari con mostri sacri contemporanei come i Defeated Sanity.
E non è un paragone da poco. Anzi, lo stesso “Catharsis in Blight” si potrebbe considerare una sorta di appendice – o per meglio dire, un’estensione – della proposta musicale che i Defeated Sanity stanno esplorando da tempo. Ma se questo parallelismo potrebbe sembrare riduttivo, è solo perché, al di là del fattore strettamente stilistico, non si tiene conto del livello di ispirazione, scorrevolezza e cura per i dettagli che permea ogni istante di questo EP. Omnicidal Instinct non è una copia carbone, è anzi un’entità che ha deciso di confrontarsi a viso aperto con un’estetica estrema e articolata, dimostrando di avere pieno diritto di cittadinanza nel pantheon delle nuove leve del death più tecnico e percussivo.
Il sound è intenso, serrato, ma mai privo di logica: i riff di Yılmaz si muovono tra sezioni sincopate, bordate ignoranti e fraseggi al limite dell’atonalità, sorretti da una batteria che, di pari passo, alterna registri con una fluidità quasi jazzistica. Il lavoro di Duployer dietro al drum kit è, in effetti, uno degli aspetti più validi dell’intero lavoro, soprattutto in termini di inventiva. Sulla voce, Paulo Henri Paguntalan si dimostra infine una scelta azzeccata: il suo growl drastico e intransigente si sposa perfettamente con l’impianto sonoro, donando ulteriore profondità e aggressività al tutto. Quel che più conta, comunque, è che la musica non si perde mai nel labirinto del proprio tecnicismo: ogni brano scorre evitando giri troppo macchinosi, con riff e passaggi che si imprimono nella memoria senza rinunciare a complessità o ferocia. È musica pensata con il cervello, ma suonata con le viscere.
E poi c’è la produzione, che merita una menzione a parte. Il tocco di Colin Marston in fase di mixing e mastering garantisce una resa sonora cristallina ma organica, dove ogni strumento trova il suo spazio e le mille sfaccettature del sound emergono con calore e naturalezza. È raro che un debut EP riesca a suonare così concreto e professionale al primo colpo, ma “Catharsis in Blight” riesce nell’impresa.
Forse è presto per parlare di “nuova promessa”, ma gli Omnicidal Instinct hanno già superato quella fase un po’ interlocutoria che spesso affligge i progetti all’esordio. “Catharsis in Blight” non è un semplice biglietto da visita: è una dichiarazione d’intenti chiara, violenta e compiuta.

TRACKLIST

  1. Anthropocene Knell Beckons
  2. Catharsis In Blight
  3. The Incandescent Odium
  4. Obsidian Bile
  5. Finality
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