7.0
- Band: OMNIUM GATHERUM
- Durata: 00:49:42
- Disponibile dal: 05/11/2021
- Etichetta:
- Century Media Records
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Prosegue sulla scia dell’ultimo, buonissimo, “The Burning Cold” l’epopea degli Omnium Gatherum, giunti alla tacca numero nove in circa venticinque anni di onorata carriera. La precedente prova era stata una delle migliori dei finlandesi, secondo noi, e non ci stupisce che le composizioni di questo nuovo lavoro vadano a ripescare stilisticamente lo stesso approccio. Siamo di fronte ad un death metal maturo, progressivo, decisamente ‘adulto’ come può essere un certo tipo di rock-pop nei confronti di altro. Ovviamente la cosa non può fare contenti tutti gli ascoltatori, ma i musicisti sembrano aver chiaro a chi indirizzare la propria musica, e del resto non fanno mistero di flirtare con una costruzione ‘pop’ della propria musica: ce lo dicono loro stessi, ma se non consideriamo quel termine una bestemmia a priori, lo possiamo capire e apprezzare anche da noi!
Detto questo, “Origin” si conforma come un disco da godere per la ricchezza della propria scrittura, dove la base progressive e il death metal malinconico e melodico si incrociano all’interno di canzoni complete, studiate e davvero sentite; fondamentalmente un aspetto non prevale mai sull’altro, lasciando la sensazione di un buon bilanciamento tra le parti, e val la pena evidenziare l’ottima prova strumentale (e vocale) del gruppo, laddove le addizioni in seno alla sezione ritmica danno un timbro marcato al risultato finale (Atte Pesonen e Mikko Kivistö rispettivamente a batteria e basso), forse acuendo ancora di più il senso di consapevolezza raggiunta.
Certo, vi devono piacere gli Omnium Gatherum; il modus operandi della band è quello di sempre, senza girarci troppo intorno, e se i Nostri non vi piacevano prima, forse non vi piaceranno nemmeno adesso. Le canzoni sono di ottima qualità ma restano sempre ben distinte le soluzioni care ai finlandesi, soprattutto per quanto riguarda un incedere metodico, sempre a voler prendere il volo in qualche passaggio ‘spaccaossa’ ma senza farlo mai, lasciando un senso di quasi insoddisfazione quando questa aspettativa viene disattesa. È il genere scelto dai finlandesi: un death ragionato, atmosferico, dilatato, di facile approccio, ma in realtà non così semplice da assimilare, anche se non mancano pezzi più diretti (“Tempest” ad esempio). Un disco che certamente non deluderà gli ammiratori della band e di una musica ragionata e di grande espressività.