7.5
- Band: ON THORNS I LAY
- Durata: 00:47:25
- Disponibile dal: 12/03/2018
- Etichetta:
- Alone Records
Spotify:
Apple Music:
Avevamo completamente perso le tracce degli On Thorns I Lay, anche perchè il loro ultimo album, “Eternal Silence” (2015), era arrivato a ben dodici anni dal precedente, senza peraltro godere di una promozione e di una distribuzione degne di questo nome. Le cose vanno assai meglio con questo nuovo “Aegean Sorrow”, già preceduto da una serie di video e anticipazioni che hanno riportato sulla bocca di alcuni vecchi cultori dell’underground il nome della formazione ellenica. Con un mixaggio e un mastering che portano la firma di un certo Dan Swanö, l’ottavo capitolo discografico dei veterani di Atene è in effetti un disco che lascia poco o nulla al caso. Come tante altre band del filone doom/gothic/death nate o esplose negli anni Novanta (Paradise Lost, Moonspell, ecc), gli On Thorns I Lay ad un certo punto della carriera hanno provato a cimentarsi in sonorità più leggere e ammiccanti, cercando di ricavarsi una propria nicchia al di fuori del circuito underground. Tali esperimenti, tuttavia, non hanno riscosso il successo sperato e il gruppo, dopo la suddetta lunga pausa lontana dalle scene, ha deciso di tornare al suo vecchio amore, riabbracciando quel doom-death metal dagli influssi gotici che aveva caratterizzato il debut album “Sounds of Beautiful Experience” e il suo fortunato successore “Orama”. Con il succitato comeback “Eternal Silence” i Nostri avevano in verità cercato di smorzare un pochino i loro istinti più old school, trovando un compromesso in un gothic metal che poteva ricordare anche i Lacuna Coil degli esordi. “Aegean Sorrow”, invece, punta senza grandi inibizioni su una formula più pesante e doom. Rètro, ma senza esagerare in rozzezza (come nella tradizione della band), l’album sin dalle prime note rivela grande attenzione compositiva ed esecutiva, unite ad un raffinato gusto melodico che spesso richiama il meglio degli anni Novanta. Tutto appare ben dosato e calibrato e tutto viene inquadrato in un suono tanto possente quanto chiaro, dal quale le linee melodiche della chitarra di Chris Dragamestianos riescono sempre ad emergere con la dovuta limpidezza. Certi ricami strumentali sono così emotivamente coinvolgenti che quasi non ci si accorge che le linee vocali, di contro, questa volta siano state affidate quasi esclusivamente al growl. La title track è davvero un brano esemplare nella sua celebrazione corale e nella sua sapiente alternanza di sentimenti. Peccato che il finale del disco presenti un paio di pezzi più nella media, ma il carattere elegante dell’opera non ne risente più di tanto. Quello in questione, in effetti, è il miglior lavoro degli On Thorns I Lay dai cosiddetti tempi d’oro degli anni Novanta: ascoltandolo, percepiamo una pregevole sinergia d’intenti e quella cura per i dettagli che solo una realtà con oltre due decenni di carriera alle spalle può permettersi di sfoggiare. Che i greci abbiano trovato un trampolino per rilanciarsi? E’ forse presto per dirlo, ma è indubbio che “Aegean Sorrow” viva in ampi tratti di una qualità insperata.