7.5
- Band: ONE OF NINE
- Durata: 00:35:00
- Disponibile dal: 27/10/2023
- Etichetta:
- Argento Records
- Wolves Of Hades
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Poco si sa degli One Of Nine, che debuttano su Argento Records col loro primo full-length “Eternal Sorcery”. Si sa che sono americani, e in effetti la cifra atmosferica e scenografica della scuola black di casa loro è ben riconoscibile. Ascoltandoli, però, si ravvisa anche un debito verso la malvagia grandiosità dei Dissection e i pionieri di un certo black metal epico e, per così dire, ‘narrativo’ (Emperor su tutti).
Quanto all’oggetto della loro narrazione, gli One Of Nine si descrivono come un gruppo ‘medieval black’, anche se le scene intessute negli otto cupissimi arazzi che compongono la loro interessante opera prima suggeriscono piuttosto un’inclinazione al fantasy oscuro. Del resto, la devozione degli One Of Nine al genio di J.R.R. Tolkien e una certa fascinazione per il lato oscuro di Arda sono dichiarate sia nel loro moniker (i Nove sono i Nazgûl), che nella dedica dell’album al “Grande tiranno di Utumno” (ovvero Melkor).
A differenza di altre realtà che si cimentano in proposte altisonanti ed elaborate, gli One Of Nine non solo si dimostrano all’altezza delle proprie ambizioni, ma hanno il merito di saper tenere un registro alto senza mai risultare pacchiani o stucchevoli. Le chitarre, vere protagoniste dell’album, dialogano efficacemente con una tastiera più trasognata che tetra (i fan del black metal d’ispirazione tolkieniana potrebbero sentirci degli echi dei Summoning) e con linee vocali essenziali, ma assai espressive. Inoltre, la produzione serve bene la composizione, enfatizzandone la possanza senza suonare artificiosa.
Ne è una buona prova “The Silence Of Heaven”, la cui linea melodica dal sapore epico trova a fare da contrafforti un drumming incisivo e cavernoso e la già menzionata tastiera. Il brano si risolve in una coda acustica che accompagna alla successiva “Dark Magic River”, caratterizzata da un incedere più cadenzato, ma non meno solenne: in questi passaggi, gli One Of Nine rivelano anche una buona capacità di dare coerenza all’album nel suo complesso, facendone un discorso completo e armonico.
Ma, soprattutto, nei trentacinque minuti di “Eternal Sorcery” il quartetto offre una prova di black metal tanto melodico, quanto privo di compromessi in termini di violenza e ruvidità. Lo si ascolta con chiarezza, ad esempio, in “Moonlight Sacrifice”, quasi una ballata maligna e titanica insieme; o sul singolo “Mother Of Shadows”, che unisce suggestioni svedesi a reminiscenze degli Uada.
L’album arriva alla conclusione senza mai un ero momento morto, ma forse è proprio sulle tracce finali che si riscontra qualche inflessione: “Wrathful Rebirth” risulta un po’ riempitiva, anche se la gradevole parentesi acustica aggiunge un tassello alla già buona prova delle chitarre; mentre “A Hunter Rides In The Night”, che da un lato chiude “Eternal Sorcery” con un brano robusto e impattante, pecca leggermente di prolissità.
Gli One Of Nine possono comunque vantare un debutto di ottimo livello, ispirato e ben confezionato. Un lavoro che trasmette sicurezza nei propri mezzi e stimola l’immaginazione dell’ascoltatore, trasportandolo in un universo sonoro di desolante maestosità.