5.0
- Band: ONE-WAY MIRROR
- Durata: 00:52:00
- Disponibile dal: 26/01/2015
- Etichetta:
- Pavement Entertainment
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Da top a flop nel giro di tre album, senza passare dal via. Con brutale sintesi, potremmo così riassumere la parabola discendente, almeno nelle personali classifiche di chi scrive, degli One-Way Mirror, sorta di super-gruppo francese esploso nel 2008 con l’omonimo debutto, non a caso licenziato dalla Metal Blade, per poi sgonfiarsi subito in occasione del precedente “Destructive By Nature”, uscito nel 2012. Giunti al traguardo del terzo disco, stavolta sotto l’egida della Pavement Records, i galletti capitanati da Guillaume Bideau (noto ai più come singer dei Mnemic) sembrano aver definitivamente abbassato la cresta, sfornando un lavoro che, già a partire dal primo singolo “Stinkin’ Gold”, suona privo di mordente. Nonostante l’approccio ‘over the top’ sia apparentemente rimasto quella degli esordi – un mix di nu / alternative / post-grunge / elettronica a base di chitarre ribassate, basso in prima linea, cantato rappato, e altre tamarrate assortite -, grattando la superfice resta poco o nulla, se non una manciata di brani adatti ad un ascolto superficiale (“Neglected Skies”, “The Clock Is Ticking”, “Fuck Your Autotune”), ma difficilmente capaci di resistere alla prova del tempo. Di contro, canzoni come “Warnings” o “Cliffs” danno una bella lucidata al tasto ‘Next’, per non parlare della terrificante cover di “Lady Marmalade”, in grado di farci rimpiangere le versioni delle All Saints e di Christina Aguilera (sic!). Da musicisti navigati come i cinque transalpini, peraltro giunti al terzo full-length con questo progetto, sarebbe stato lecito attendersi decisamente di più, quindi non ci resta che chiudere nel cassetto dei ricordi “Capture”, andando a rispolverare l’omonimo debutto.