ONSLAUGHT – Origins Of Aggression

Pubblicato il 06/05/2025 da
voto
7.0
  • Band: ONSLAUGHT
  • Durata: 01:25:13
  • Disponibile dal: 23/05/2025
  • Etichetta:
  • Reigning Phoenix Music
Streaming non ancora disponibile

Qualche settimana fa, durante una delle puntate del nostro podcast, ci siamo divertiti a far due chiacchiere su quegli album thrash metal rilasciati nel lontano 1985, che avrebbero quindi spento le personalissime quaranta candeline nell’anno in corso. E, trattando la scena europea, l’attenzione si è per forza di cose posata su quella tedesca, con la triade Kreator-Sodom e Destruction a tirare il possente cingolato in attesa che, l’anno successivo, i Tankard avrebbero completato il pestifero quadretto teutonico con il mitico “Zombie Attack”.
Ma in quel periodo, a dir la verità, in preda alla diffusione globale del figlio bastardo dell’heavy metal, anche nella più ‘gentile’ Gran Bretagna, presero vita alcune realtà che, seppur in maniera meno esponenziale, amplificarono la deflagrazione del nuovo genere. E tra gli Acid Reign, i Sabbat e gli Sweet Vengeance, poi divenuti Xentrix, ad alzare maggiormente il vocione furono gli Onslaught.
Guidata dal chitarrista Nige Rockett, la band di Bristol, ispessendo la formula hardcore-punk della prima ora, seguendo i dettami di Discharge, UK Subs e GBH, arrivò proprio nel 1985 al debutto ufficiale sulla lunga distanza con “Power From Hell”, album scorbutico, se vogliamo ancora un po’ acerbo, che avrebbe subìto una sterzata più vigorosa dodici mesi dopo con il secondo “The Force”, l’apice assoluto del gruppo inglese. Una scarica thrash che si sarebbe esaurita nel 1989 con il rilascio di “In Search Of Sanity”, chiudendo così la prima parte di carriera, cementificata dallo scioglimento giunto due anni più tardi.
Gli Onslaught sarebbero comunque tornati in azione nel 2004 arrivando così ai giorni nostri, con altri quattro dischi sul groppone ma anche con una serie di cambi di line-up poco gratificanti per la stabilità della band costretta, in aggiunta, a fare meno del proprio chitarrista e leader per diverso tempo a causa di un tumore. Per tre anni, infatti, lo stesso Rockett ha dovuto abbandonare qualsiasi attività artistica per combattere la sua personale battaglia contro il cancro, tornando sul palco solamente lo scorso febbraio.
Una notizia positiva che ha permesso di riaccendere il motore degli Onslaught, riaprendo così il piano dei lavori rimasti in sospeso. Tra gli altri, la release del qui presente “Origins Of Aggression”, la cui pianificazione risaliva proprio al 2022: un doppio album a celebrazione del primo “Power From Hell” e, in definitiva, di tutte quelle band che hanno influenzato il gruppo britannico.
Sappiamo bene che le ri-registrazioni di vecchi brani non sempre hanno l’effetto desiderato, in uno scontro generazionale tra passato e presente, vecchio e moderno, tanto dal punto vista prettamente tecnico, quanto da quello emotivo: tuttavia, dobbiamo ammettere che la prima parte del full-length ha rafforzato ulteriormente brani già esplosivi come “Angels Of Death”, “Powers From Hell”, “Fight With The Beast”, “Thrash Till The Death” e la letale “Let There Be Death”, la “Hell Awaits” degli Onslaught, mettendo in risalto tutta l’energia corroborante del quintetto inglese.
Certo, la voce di David Garnett non ricalca il timbro dello storico Sy Keller, o di Steve Grimmett (dietro al microfono di “In Search Of Sanity”), anzi, in alcuni punti sembra quasi appiattire il grezzume dell’epoca: tale pecca vocale può risultare ingombrante ma comunque non così decisiva sulla qualità finale del lato A del disco.
Forza propulsiva presente in egual misura anche nella seconda metà di “Origins Of Aggression”, in cui Rockett e compagni hanno reso omaggio ai nomi leggendari della scena punk/heavy inglese, attraverso una personale versione di alcuni loro pezzi più famosi: buone le interpretazioni dei brani più tirati, made in GBH, Sex Pistols e Discharge; qualche riserva invece la solleviamo per le cover di “Freewheel Burning” dei Judas Priest, “War Pigs” dei Black Sabbath ed “Iron Fist” dei Motörhead.
In attesa di rivederli dal vivo il prossimo giugno sull’asse Be-Bo (Bergamo-Bologna), facciamo un gradito ripasso della storia degli Onslaught, risalendo alle origini del loro thrash aggressivo dalla potenza infernale.

TRACKLIST

  1. Thermonuclear Devastation of the Planet Earth
  2. Black Horse of Famine
  3. Angels of Death
  4. Power from Hell
  5. Metal Forces
  6. Let There Be Death
  7. Fight with the Beast
  8. Thrash Till the Death
  9. In Search of Sanity
  10. Shellshock
  11. Iron Fist (Motörhead cover)
  12. Holiday in Cambodia (Dead Kennedys cover)
  13. A Look at Tomorrow (Discharge cover)
  14. U.K. 82 (The Exploited cover)
  15. Freewheel Burning (Judas Priest cover)
  16. Wardance (Killing Joke cover)
  17. Give Me Fire (GBH cover)
  18. State Violence State Control (Discharge cover)
  19. Holidays in the Sun (Sex Pistols cover)
  20. Emotional Blackmail (U.K. Subs cover)
  21. War Pigs (Black Sabbath cover)
  22. Drunk with Power (Discharge cover)
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