4.5
- Band: OPERA NERA
- Durata: 00:36:18
- Disponibile dal: 17/02/2022
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Alla seconda uscita, i napoletani Opera Nera non riescono ancora a esprimersi al meglio e, nonostante una idea iniziale che tenda all’originale – ovverosia un concept album legato al rapporto tra l’uomo e il Divino sviluppato con il susseguirsi delle canzoni come nella messa cantata cristiana – questo ultimo “Revelation” proprio non decolla. Colpa forse dei suoni non ben armonizzati, delle registrazioni troppo approssimative, con un mixaggio non curatissimo e le parti vocali di Tiziano Spigno non sempre ben inserite, oppure delle tracce troppo acerbe, per quanto si cerchi di far emergere la passione verso la musica di mostri sacri quali Black Sabbath (nella lunga “Gloria”, dove come ospite vi è la partecipazione del tastierista dei Secret Sphere Gabriele Ciaccia), così come verso i Pantera nella successiva “Credo”, dove le parti pestate sono però penalizzate da suoni mal registrati. Le canzoni si susseguono con diversi volumi e ci troviamo così ad ascoltare momenti di flamenco in “Sanctus” per poi cambiare completamente sonorità e tipologia di registrazione con quella che è la traccia più riuscita, “Benedictus”, una ruvida ballad melodica con cambi di ritmo nel finale, con passaggi curati e begli assoli di chitarra (qui troviamo Alessandro Carrino e Marco Napolitano che si dividono i compiti alle chitarre). Un rapido sfoggio di batteria di Eduardo Spada è la strumentale “Agnus Dei (Miserere)” che porta alle conclusive “Agnus Dei (Dona Noi)”, composizione marziale ben ritmata da Alessandro Pacella al basso, e “Ite”, commiato in acustico di questa messa in musica. Sulla carta le premesse e le idee erano buone, nella realizzazione purtroppo non si è riusciti ad ottenere un prodotto ben fatto.
