OPHIS – The Dismal Circle

Pubblicato il 07/11/2017 da
voto
8.0
  • Band: OPHIS
  • Durata: 01:02:54
  • Disponibile dal: 20/10/2017
  • Etichetta:
  • F.D.A. Records

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Con “The Dismal Circle” gli Ophis confermano quanto di buono manifestato negli album precedenti: innanzitutto la capacità di scrivere canzoni emotivamente intense e ricche; lunghe suite dal respiro ampio e dall’andamento ora duro e straziante, ora epico. Un songwriting, quello del gruppo tedesco, che, pur restando sempre grosso modo all’interno del filone death-doom, si rivela duttile e ispirato. Gli Ophis non si avventurano in quei territori visionari e narrativi che stanno facendo la fortuna di gente come Bell Witch e Loss: il loro è un approccio più asciutto e vecchia scuola, ma la semplicità, quando gestita da una realtà esperta come questa, può comunque risultare davvero appagante. Ogni proverbiale punto forte del quartetto è saldamente al proprio posto: da delle growling vocals fortemente evocative e coinvolgenti, spesso protagoniste di affiatati “duetti” con registri più acidi e urlati, a degli arrangiamenti sempre funzionali, con chitarre acustiche e alcuni sample che opportunamente sottolineano il respiro ora drammatico, ora intimo e malinconico delle canzoni. Sei i brani di una scaletta che, una volta messa in conto la perenne gravità delle atmosfere, si fa segnalare per una certa varietà degli approcci: dai languidi e tristi intrecci melodici dell’opener “Carne Noir” e di “Ephemeral”, alla beffarda accelerazione di “Shrine of Humiliation”, traccia, quest’ultima, che ricorda molto il materiale del precedente “Abhorrence in Opulence”. Nel mezzo una pletora di riff che procedono severi e massicci, a tratti mettendo in risalto un’indole puramente death metal non lontanissima da certi Asphyx, in altri fungendo da supporto per quel lirismo evocato dalle tematiche rabbiose e maledette dei testi, per un risultato che, ancora una volta, può ricordare i migliori My Dying Bride o Evoken. Non è insomma una formula ormai troppo stirata e pedante, quella degli Ophis: “The Dismal Circle” è probabilmente una delle opere più heavy degli Ophis, ma la band sa come ben dosare potenza e intimità o come rilanciare un brano, ricorrendo a toni più elegiaci quando il tutto appare intrappolato in un gorgo senza fine o accelerando, più o meno vistosamente, quando il downtempo più soffocante sembra destinato a dominare il pezzo. Non parliamo di sfaccettature irregolari, ma della chiara conseguenza di un processo di composizione attento e di una competenza maturata con oltre quindici anni di attività e tre full-length sempre più fortunati. Chiaramente non siamo al cospetto di un’opera che porterà gli Ophis a farsi riconoscere e apprezzare al di fuori del panorama death-doom, ma i fan della band e chi ha cuore le sonorità più torve e pesanti avranno sicuramente di che godere, potendo contare su un lotto di brani emotivamente sentito e davvero ben strutturato. Ancora una volta la bellezza, quella vera, richiede tempo per essere soppesata e non si svela al primo ascolto.

TRACKLIST

  1. Carne Noir
  2. Engulfed in White Noise
  3. Dysmelian
  4. The Vermin Age
  5. Ephemeral
  6. Shrine of Humiliation
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