ORANSSI PAZUZU – Värähtelijä

Pubblicato il 01/03/2016 da
voto
9.0
  • Band: ORANSSI PAZUZU
  • Durata: 01:09:13
  • Disponibile dal: 26/02/2016
  • Etichetta:
  • Svart Records

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Che siate ferrati in materia o semplici novizi dell’arte psichedelica dei finlandesi Oranssi Pazuzu, prendetevi del tempo per capire “Värähtelijä”. Molto tempo. Evitate la fretta, i facili giudizi, la sottomissione inconsapevole al dogma del tutto-e-subito dei nostri tempi moderni. Con questi ragazzi non funziona, se dalla musica chiedete solo facile intrattenimento non fanno per voi, lasciate perdere. Se al contrario esplorare, confrontarvi, porvi delle domande, perdervi e ritrovarvi nel tentativo di dare un senso a quanto state ascoltando hanno per voi un valore, allora benvenuti. Benvenuti a una fiera intergalattica dove nulla è ciò che sembra all’inizio, la destrutturazione è uno stile di vita, scoperchiare un vaso di Pandora ed essere travolti dai mille caotici suoni che ne scaturiscono è un attimo. “Värähtelijä” si pone in continuazione al precedente vissuto della formazione di Tampere, non provoca alcuna cesura col passato, ne va piuttosto ad ampliare la potenza immaginifica e ricontestualizzare in un contenuto e in una forma ancora più articolati e ampi le già straordinarie idee ammirate in precedenza. Questo quarto album è allo stesso tempo più chitarristico e diretto di “Valonielu” e più surreale, alterna controtempi mozzafiato e attacchi deraglianti a stacchi di pura perdizione cosmica. Provate soltanto ad arrivare in fondo completamente lucidi a “Saturaatio”: sarete piegati dagli effetti quasi carnevaleschi del geniale EviL e da un percorso ritmico assieme storto e di facile assimilazione, quindi, quando avrete capito dove il gruppo stia andando a parare, ecco fumi lisergici annacquare l’impeto di sei corde mai così incisive, le percussioni dettare i tempi di un mantra allucinato, la violenza scomparire e lasciare strada a un silente delirio. Si passa a “Lahja”, lambente certa elettronica/trip-hop minimale frequentata dagli ultimi Manes, nella quale anche i registri vocali si schiudono ad acri sussurri nel solito, indecifrabile alle nostre orecchie, cantato in finlandese. Scelta, quella della lingua, nient’affatto di secondo piano nel delineare il senso di assurdità del quale l’album è imbevuto. Strati di droni inondano di finta calma e malato spiritualismo l’avvio della title track, ragionando impulsivamente si vorrebbe sentire gli Oranssi Pazuzu scuotersi, esplodere in duelli all’ultimo effetto disturbante, subissati dalle scariche elettriche delle chitarre. Ma non è ancora tempo, va bene così, l’ambient prende il posto del black metal mentre Jun-His salmodia sadico, in procinto di scatenare un assalto che non arriverà. La tensione latente, ora vicina al punto di rottura, tracima allora in “Hypnotisoitu viharukous”, traccia puntuta, diretta, intrisa di uno sfolgorante spirito black metal vecchia scuola, filtrato dallo sperimentalismo selvaggio di EviL, perno dell’intero Oranssi Pazuzu sound. Un musicista capace di implementare nuove, ricchissime, soluzioni all’interno di un bagaglio tecnico-compositivo già smisurato e che non scade nella tentazione di una semplice rielaborazione di quanto già frequentato nei capitoli discografici precedenti. Durante “Hypnotisoitu viharukous” ci sembra di incontrare il radicalismo degli Arcturus prima dell’addio di Garm, reso in questo caso più crudo e temerario da un uso di synth e manopole varie che non conosce barriere né limiti emotivi. Arriviamo allora alla sfida più dura di “Värähtelijä”, i quasi diciotto minuti di “Vasemman käden hierarkia”: uno tsunami di feedback, schermaglie di droni, chitarre vibranti e allungate, affresca l’inizio di questo coloratissimo incubo spaziale, che si spoglia poco per volta della rabbiosa urgenza percepita in partenza introducendo cori, andamenti trascinanti, per andare quindi a schiudersi in una mirabile girandola di percussioni soffuse e accordi minimali. Un viaggio nella solitudine interiore ed esteriore che non può lasciare indifferenti. Quel che resta rischierebbe di essere soffocato da cotanta magnificenza, invece anche nella doppietta conclusiva emergono motivi di grande interesse e nuove sfaccettature dello stile degli Oranssi Pazuzu. “Havuluu” va via diretta, centrata nella prima metà su un reiterato movimento sghembo, circondato da ipnotiche sinusoidi dettate dall’effettistica; nella seconda parte, ecco un’ouverture dispotica, nel segno di un baluginante progressive black metal mai ascoltato in queste modalità da parte dei finnici. Chiude nel segno dell’eclettismo “Valveavaruus”: a larghi tratti sciamanica, mesmerizzata da accordi dal sapore orientale, si evolve sorniona, immateriale, in un crocevia di generi a cui si presta senza concedersi del tutto, confermando che per molti versi gli Oranssi Pazuzu sono oramai un fatto a sé nel panorama musicale odierno. Ci sembra di scivolare nella pace dei sensi, al termine di quasi settanta minuti colmi di una genialità cristallina, che non deve ricorrere a forzature o infantili istrionismi per farsi notare. “Värähtelijä” farà vibrare la vostra anima secondo i ritmi insondabili dello spazio profondo. Perché perdersi un’esperienza del genere?

TRACKLIST

  1. Saturaatio
  2. Lahja
  3. Värähtelijä
  4. Hypnotisoitu viharukous
  5. Vasemman käden hierarkia
  6. Havuluu
  7. Valveavaruus
6 commenti
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