9.0
- Band: ORDER FROM CHAOS
- Durata: 00:35:24
- Disponibile dal: 1992
- Etichetta:
- Wild Rags Records
A dispetto di un’opinione generale piuttosto negativa verso quello che il metal ha rappresentato negli anni Novanta, sopraffatto e scosso dal successo del grunge e della musica ‘alternative’ in tutte le sue forme, essi hanno rappresentato per la musica più estrema un importante periodo di assestamento, nei quali inizialmente le rigide differenziazioni di genere venivano scartate a favore di proposte genuine, contaminate, interessate ad una resa sonora che fosse solo totale annichilimento e poca attenzione alle etichette. Il terremotante esordio in full-length degli Order From Chaos incarna perfettamente questo spirito, riversando dalle casse una quantità di odio e disprezzo assolutamente inaudite.
Musicalmente, il lavoro vorticoso e senza requie di Chuck Keller alla sei corde mostra da subito la genialità e l’infinita fantasia compositiva che saprà mostrare poi anche nei successivi lavori del gruppo e nelle fila degli Ares Kingdom. Instancabile ed ispiratissimo, il chitarrista americano macina una moltitudine di riff da infarto con una naturalezza senza eguali. Siamo di fronte ad un riffing dalle solide radici thrash metal, rinvigorite da letali iniezioni death metal che rendono “The Edge Of Forever” il primo preoccupante campanello d’allarme circa le intenzioni massacranti del terzetto. “Power Elite” propaga la sua rabbia senza lasciare prigionieri, lasciando totale libertà alla selvaggia prestazione vocale di un giovane Peter Helmkamp, icona imprescindibile per la musica estrema e membro nel tempo di Angelcorpse, Revenge e successivamente Abhomine: lo stile vocale assolutamente scorticante e sprezzante, le indiavolate linee vocali e gli immancabili screaming allungati presenti in moltissimi stacchi rendono da subito personalissimo lo stile di “Stillbirth Machine”, spostando di una tacca il livello di potenza ed indomito furore trasmettibile da una band su nastro. “Iconoclasm Conquest” mostra il lato più veloce che tale torpiloquio può assumere, sorretto dalla solida prestazione di Mike Miller alla batteria, musicista dall’attitudine ancora anni ’80 che dona alla band un pesante accento grindcore che completa egregiamente il multiforme caos sonico emanato dagli Order From Chaos. In questo senso, è davvero impressionante notare come, pur non ricorrendo mai all’utilizzo di una tecnica caotica ed arcigna per definizione come quella del blast-beat, la band non perda mai un grammo di intensità e renda anzi dei punti di forza i copiosi tempi medi che sottostanno al macello degli altri strumenti. Sono queste le coordinate di guerra mantenute durante tutto il percorso, attraversando i momenti più sostenuti di “Forsake Me This Mortal Soil” e le strutture più elaborate della titletrack, le stilettate di “Blood And Thunder” e gli ultimi boati di energia di “As The Body Falls Away” sempre con lo stesso piglio solido, severo, ordinato. Ecco come dal caos si riesce a trovare un ordine, un metodo cioè per veicolare nella maniera più violenta possibile una grandezza cosmica irreprensibile, piena di fascino ed orrore.
Lungi dall’essere solamente il trampolino di lancio verso realtà forse più blasonate di cui faranno parte i membri della band, gli Order From Chaos reclamano di diritto una personale posizione nell’Olimpo di quelle realtà primordiali che hanno forgiato un particolare tipo di sound, oscuro e battagliero, in merito di una proposta inaudita per i tempi, e tuonante ancora una potenza distruttiva che risuona maestosa fino ad oggi.