6.5
- Band: ORIGIN
- Durata: 00:27:59
- Disponibile dal: 03/05/2019
- Etichetta:
- Agonia Records
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A due anni dall’ultima pubblicazione in studio a nome “Unparalleled Universe”, gli Origin tornano con del materiale perlopiù inedito risalente al primissimo periodo sotto questo nome, fino alle prime incarnazioni death metal del mastermind Paul Ryan sotto il nome di Necrotomy e Thee Abomination con questo “Abiogenesis”, un’interessante spaccato sul passato di una band oggi così tecnica e complessa come gli Origin. Le tracce del periodo antecedente a questo nome invece, si muovono con entusiasmo in un campo death metal variegato ed influenzato da tutte le varie correnti che animavano le aspirazioni di un giovane Ryan e della sua musica: più snelle e concise, le canzoni del periodo Necrotomy spingono decise verso una direzione molto impattante senza puntare particolarmente su tecnicismi già ravvisabili in maniera maggiore invece in quelle dei Thee Abomination, dove iniziano ad emergere le geniali intuizioni che andranno ad impreziosire in seguito la discografia degli Origin. Per quanto frammentarie e dalla struttura e durata solamente abbozzata, molte delle canzoni sembrano esplodere come schegge taglienti con violenza e caparbia davvero esondante, dotate di quell’avventatezza che giudicata in base ai risultati raggiunti in seguito, non può che strappare consensi e permettere insieme di capire il concetto originario che ha animato la nascita e lo sviluppo delle ultime quattro canzoni, corrispondenti al primissimo rilascio come Origin nell’EP di debutto “A Coming Into Existence”. Sono proprio queste a segnare il legame più naturale tra quanto realizzato in precedenza e la forma più ponderata e quadrata posseduta ed affinata ad arte fino ai giorni nostri, un tramite necessario che dona senso e completezza all’odierna pubblicazione per Agonia Records. Istintiva e appassionata, questa raccolta regala un insieme di brani primordiali, rimasti nel cassetto per anni e finalmente registrati oggi con apparecchiature professionali dal solo Ryan, che si è occupato della registrazioni di tutti gli strumenti per il materiale inedito(!), segno di una necessità per lui appagante di dare una forma compiuta ai suoi proficui ardori giovanili. Una band aliena, proiettata anni luce in un futuro orrorifico, decide per una volta di dare uno sguardo al suo passato con questa retrospettiva contenente materiale certo non eccellente, ma sicuramente interessante in cui scovare i germi infettivi che andranno poi ad esplodere letali nella discografia successiva dei deathster di Topeka.