7.5
- Band: ORIGIN
- Durata: 00:40:54
- Disponibile dal: 30/06/2017
- Etichetta:
- Agonia Records
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La sconvolgente regolarità con cui gli Origin pubblicano nuovo materiale discografico investe anche il nuovo “Unparalleled Universe”, che si presenta sul mercato a tre anni esatti dall’ultima fatica a nome “Omnipresent”. Naturalmente, proprio l’album datato 2014 rappresenta il primo e più importante punto di riferimento da cui partire nella descrizione del nuovo arrivato alla corte degli Origin: per stessa ammissione della band infatti, molto del nuovo materiale è stato ideato e concepito proprio nei lunghi tour promozionali che hanno accompagnato il successo planetario di “Omnipresent”, riprendendone fondamentalmente la trama ma arricchendola in diverse parti di nuove dinamiche e maggiore profondità. Si è trattato di un processo graduale, che ha interessato in realtà l’intera discografia della band che, partita dal brutal grezzo degli esordi, ha raffinato la propria essenza nel corso degli anni, inaugurando dal fondamentale “Antithesis” in poi, una sorta di seconda età che è andata via via affinandosi con “Entity” ed “Omnipresent” appunto, fino alla messa a punto definitiva di “Unparalleled Universe”. Questo macro processo di stratificazione rivive, in piccolo, anche all’interno della tracklist di questo album, partendo con del materiale ormai classico per gli Origin (“Infinitesimal To The Infinite”, “Accident And Error”) ed iniziando a mischiare le carte già dalla doppietta successiva “Cascading Failures, Diminishing Returns”/”Mithridatic”: la prima si basa su un mood sbilenco, quasi tetro in alcuni suoi tratti, elemento piuttosto innovativo per gli Origin, mentre la seconda si candida rapidamente a migliore del lotto grazie alle sue strutture snelle ma massicce, di chiara derivazione thrash metal e quindi legata ad un contesto più classico e meno iperfuturista, da sempre peculiarità subito riconoscibile del quartetto originario di Topeka. La parte centrale della scaletta amplia con mirabile prolificità proprio questi due aspetti, sottolineando il lato più paradossale di “Unparalleled Universe”: sembra infatti che a rendere diverso, e di conseguenza più originale questo album rispetto ai suoi predecessori, sia un avvicinamento degli Origin ad un death/thrash più canonico, risentito, e quindi inedito rispetto alla formula spiazzante che caratterizzava ogni loro lavoro fino ad oggi (un titolo come “Invariance Under Transformation”, in questo senso, sembra dichiarare molto). Giusto il tempo di dimostrare, se mai ce ne fosse ormai bisogno, la totale supremazia di questi musicisti nella tecnica con cui suonano i loro strumenti nella concitata “Dajjal”, non a caso l’episodio più vicino al passato della band, prima di chiudere il materiale inedito con un paio di canzoni che sembrano coniugare al meglio i due versanti, per certi opposti, che compongono il tessuto sonoro di “Unparalleled Universe”, novità e tradizione, tecnica sopraffina, atmosfere aliene ed ignoranza pienamente old school che rendono vivace ed interessante l’ascolto nella sua quasi totale interezza, sintomo di una maestria nel songwriting ormai mostruosa. L’inattesa cover di “Revoluciòn” degli amici Brujeria chiude il discorso su questo full-length, un lavoro che pur non inaugurando una nuova era nel cammino degli Origin, riordina con perizia quanto dimostrato in venti anni di carriera, e mostra una sorta di riscoperta reverenziale delle origini del genere death metal che dona a questo gruppo una veste ancora più completa e sontuosa rispetto al suo frenetico passato.