7.0
- Band: ORIGOD
- Durata: 00:47:40
- Disponibile dal: 30/03/2018
- Etichetta:
- Argonauta Records
- Distributore: Goodfellas
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La condizione dell’uomo moderno come solitudine nel tempo e nello spazio. Tempo e spazio che riportano a sette anni fa, a Torino, tempo dell’uscita di “A New Dawn Fades”. La band di Vincenzo Circosta ritorna a ruggire forte con il secondo lavoro e la lunga distanza permette al quartetto (Chiodini alla chitarra, Miglietti al basso e Cotta alla batteria) di sfornare un bel lavoro di alt-metal massiccio e granitico. I capisaldi potrebbero essere sempre gli At The Drive In o gli ultimi lavori dei Mastodon, tingendo le corde di quel sound Godsmack con un piglio sludge ormai presente in quasi ogni uscita distorta degli ultimi tempi, soprattutto in casa Argonauta. Ma anche i Botch, Propagandhi e compagnia bella. “Reaching Out” è un’ottima apertura ma è forse con la più sporca “Perception Of Dreams” e “Welcome To The New World” che la potenza di Circosta emerge in tutta la sua forza, in una sorta di climax qualitativo che ben inquadra con tre brani l’andamento generale del lavoro. “Solitude In Time And Space” non è però scontato e nemmeno inquadrabile solamente in quei caposaldi citati, ma risulta ben capace di plasmarsi pian piano intorno alle capacità del suo frontman, probabilmente il carattere più estroverso del lavoro, naturalmente ben supportato da un impianto musicale di buon piglio. La seconda metà infatti riscopre altre tonalità, soprattutto con “Icy Breath”, più strascicata e deftonesiana, o con uno dei migliori pezzi del lavoro, “City Of Pain”, probabilmente una summa delle capacità espressive del nuovo lavoro. Probabilmente sono un po’ le soluzioni musicali a dover ancora implementarsi verso un ulteriore passo in avanti, che comunque qui avviene senza ombra di dubbio nel riffing serrato e tagliente, e settarsi sul carattere eclettico di Circosta, amplificandone le potenzialità. Gli Origod riservano un futuro interessante. Per ora, decisamente bentornati.