7.5
- Band: ORNÆMENTAL SHINE
- Durata: 00:29:16
- Disponibile dal: 17/06/2022
- Etichetta:
- I Voidhanger Records
Spotify:
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Viene fuori dal nulla l’elaborato esordio del progetto Ornæmental Shine, il cui solo biglietto da visita rimane la fiducia riposta in esso da I, Voidhanger Records, sinonimo cioè di qualità assoluta quando si tratta di metal estremo atipico e straniante. In effetti, nessuna altra etichetta avrebbe potuto meglio rappresentare l’insidioso e complesso suono messo in scena da questa ensemble messicana, comprendente al suo interno alcuni membri di Uada e Black Hate ed incentrata su un aspetto concettuale assolutamente preminente rispetto alla sua esecuzione musicale. Celebrando “L’Altro”, la connessione tra non-ragione e follia, la ricerca di una conoscenza divina attraverso l’unione del singolo con il Tutto, il gruppo intinge la sua tela nella filosofia più criptica ed in una teologia aberrante dove il terrore verso la divinità scatena soluzioni erranti e teatrali, dominate da una causalità latente che propende spesso verso l’assurdo. Abbastanza insolitamente rispetto al trend di questo tipo di band, il comparto vocale ricopre in “Deima Panikon” un ruolo di assoluto rilievo, suddiviso tra due cantanti e vero e proprio motore trainante dell’intera vicenda. Invece che nascondersi in sussurri e sibili strozzati, le due voci declamano a gran volume parole di sgomento e sproloqui al vetriolo, utilizzando naturalmente una grande varietà di registri, intensità ed intenzioni che impediscono certo di rendere prevedibile il loro svolgimento. Di contrappasso, sembra ad un primo ascolto che la parte strumentale venga soverchiata da questo impeto vocale, quando in realtà riesce col tempo a stagliarsi con personalità attraverso un black metal ora tagliente e stridulo, ora più veloce e compatto, sempre comunque dominato dalla stessa sete di curiosità creativa che sorregge il progetto. Le battute misteriose e sospese dell’opener, ad esempio, sanno evolversi via via verso trame più stringenti, fino ai picchi di velocità assoluta, e le nuove penetranti linee di chitarra che introducono alle torve melodie di “Mysterium Tremendum Et Fascinans”, agghiacciante dapprima ed assurda nel suo seguito, capace di sfociare nel jazz fuori di testa di “Apokathastasis” e finire nei tetri labirinti noise che mostrano tutto il potenziale di questa formazione. Pur spaziando fra differenti metriche e velocità ed adattandosi repentinamente al fluire del cantato, tuttavia, rimane sempre ben saldo un sentimento di unità che pervade le tre lunghe canzoni dell’album, allontanandosi per esempio dalle folli sperimentazioni dei compagni di etichetta Esoctrilihum e donando un accento più perentorio e definito alla loro musica.
Affiatati e assolutamente consci del loro obbiettivo, gli Ornæmental Shine riescono nella proposizione di un concept album pesante ed apparentemente difficile da digerire, ma elaborato poi con scaltrezza e senza eccessi, misurato nella sua folle concezione divina e pronto a conquistarvi ascolto dopo ascolto. Un altro colpo a segno per questa solida label italiana che continua a nutrire il suo roster con realtà affini, pur nelle loro bizzarre differenziazioni estetiche e stilistiche.