ORNAMENTOS DEL MIEDO – Escapando A Traves De La Tierra

Pubblicato il 11/03/2024 da
voto
7.5
  • Band: ORNAMENTOS DEL MIEDO
  • Durata: 01:12:37
  • Disponibile dal: 15/03/2024
  • Etichetta:
  • Meuse Music Records

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Può darsi che esistano mondi privi di dolore, o almeno con qualche sprazzo di felicità a rompere la monotonia. Sicuramente, ciò poco interessa agli Ornamentos Del Miedo, perché nelle pozzanghere di tristezza questa band vi si crogiola che è una meraviglia. Questo rosario di speranze neglette, sogni infranti, incespicature nell’esistenza è nei fatti il progetto di un sol uomo, il musicista spagnolo Ángel. Per lui, prima di questo spesso concentrato di denso funeral doom, altre idee e collaborazioni gravitanti attorno alla stella della musica della distruzione e del destino, secondo declinazioni un poco differenti l’una dall’altra ma improntate comunque a qualcosa di lento, severo e, nel caso di Ornamentos Del Miedo, una mistica espansione in note delle proprie elucubrazioni più accigliate.
Il funeral doom del progetto si profonde in trame lente fino all’immobilismo, adagiandosi grevemente sulle connotazioni più tipicamente funeree, appunto, del genere. Stacchi death metal, avvelenamenti black metal, sperimentazioni, illusioni avanguardistiche, non pervenuti: qua è come se ci fossimo fermati alle origini, al significato più puro, esatto e intransigente del funeral doom. Un metal assuefatto ai suoi sentimenti più malinconici e gravati di brutti pensieri, che si trascina mestamente ma brillantemente tra chitarre dolenti e ricche di spunti melodici, tastiere spettrali, un vocione in growl nerissimo e la ridondante ripetizione di uno spartito principale.
“Escapando A Través De La Tierra” va a erigere mura invalicabili per i non amanti del genere: le tastiere si annodano alle chitarre per produrre una persistente sensazione di buio e vuoto, assimilando la lezione del gothic metal anni ’90 e la seguente declinazione ancor più cinerea dei precursori del funeral doom. Sembra di trovarsi al cospetto delle prime opere di Skepticism, Mournful Congregation, Thergothon, con una predilezione per il gruppo finnico e la maestosità dei suoi paesaggi sonori. In Ornamentos Del Miedo il chitarrismo insiste su melodie avvolgenti e dalle poche variazioni, che si ampliano in ondeggiamenti vibranti e infiniti, per tornare quasi sempre al punto di partenza.
Una circolarità che potrebbe apparire sfibrante e priva di costrutto, e probabilmente lo sarebbe se venisse perpetrata in altri contesti. In questo caso, ripetere e rinsaldare i legami con le proprie tristezze è necessario per alimentare l’identità del disco, e dargli connotazioni a suo modo caratteristiche. Il senso di afflitta pace che filtra dalle spire della musica può suonare come quello del progetto americano The Howling Void, con la differenza che per l’artista spagnolo le chitarre sono più massicce e pesanti del collega texano Ryan Wilson, più incline a mettere i sintetizzatori a filo conduttore principale.
Sempre rimanendo in questo gioco di analogie e differenze, Ornamentos Del Miedo ha un tono crudo e caldo tipico del metal vecchia scuola, un taglio quindi poco intellettuale e molto concreto e verace.
“Escapando A Través De La Tierra” alterna sentimenti pressanti, sovraccarichi emotivamente, grazie al growl impetuoso e accalorato, e parentesi strumentali più aperte e liberatorie, che probabilmente trovano il miglior compimento possibile quando certi legami vengono slacciati e la musica, se non scorrevole e palpitante, si fa un poco meno densa.
“Fragmentos de espejos rotos” fa allora brillare pienamente l’imbronciata stella del progetto, presentando qualche lieve variazione di tonalità e melodie più facilmente assimilabile. Anche il tuonare di vibrazioni ecclesiastiche della titletrack convince, come il declinare torbido e inesorabile della conclusiva “Donde la línea termina”, canzone dal taglio soave e con un senso di finalità veramente molto marcato, al di là del suo titolo e della posizione in tracklist.
Il quarto album di Ornamentos Del Miedo non è sicuramente qualcosa che andremmo a consigliare a chiunque e presenta difficoltà nella fruizione persino superiori a quelle della media delle uscite funeral doom: ma proprio per come sa esprimere pienamente i sentimenti alla base del genere, come li rumina e li espone spietatamente, senza tradirli né farsi tentare da provare una strada più facile, finiamo per farcene conquistare. Per pochi, ma ne vale la pena.

TRACKLIST

  1. Flores muertas
  2. Cielos púrpuras
  3. Pozo infecto
  4. Fragmentos de espejos rotos
  5. Escapando a través de la tierra
  6. Donde la línea termina
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