ORNAMENTOS DEL MIEDO – Vacío Como El Tronco De Un Árbol Muerto

Pubblicato il 26/04/2025 da
voto
7.0
  • Band: ORNAMENTOS DEL MIEDO
  • Durata: 01:06:02
  • Disponibile dal: 25/04/2025
  • Etichetta:
  • Meuse Music Records

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Ornamentos Del Miedo è la tipica one-man band di metal estremo ultraprolifica, affamata di espressione, di espandersi bulimicamente all’infinito, ponendo poca attenzione al lasciar passare un congruo lasso di tempo tra un’uscita e la successiva.
Il profluvio di lunghissime, spesse, moribonde note di “Escapando A Través De La Tierra” era quasi ancor fresco e caldo – si fa per dire, dato il raggelante funeral doom proposto – che il musicista spagnolo Ángel era già pronto a rifarsi vivo. Con questo “Vacío Como El Tronco De Un Árbol Muerto” siamo a quota sei dischi, prodotti in una manciata d’anni, senza troppi scossoni stilistici a distinguerli finora.
Non vi è quindi da stupirsi che il nuovo album volga lo sguardo esattamente dove “Escapando A Través De La Tierra” andava a terminare e da lì riannodi il filo del discorso, andando avanti sicuro su una strada spoglia, accidentata, faticosa da percorrere nella sua interezza.
Lunghe melodie, enfatizzate da tastiere sospiranti, il desiderio di ridondanza, una risacca fragorosa di chitarre sporche e turgide, che fa risuonare, come un diapason, le proprie afflizioni: questi gli ingredienti principali di un’opera tetragona e ben salda nel ribadire le proprie convinzioni su un tipo di musica pesante, greve e sottomessa agli stati d’animo più sconfortati. Non deviando di una virgola da quanto offerto in passato, le tracce si dispiegano ombrose e lunghissime, trovando il proprio senso ultimo nel protrarsi verso un orizzonte irraggiungibile. Far perdere la cognizione, intrappolare nelle proprie spire, è obiettivo abbastanza palese, mentre la voce si mette spesso in un angolo e lascia scorrere, possenti ma non così violenti, gli strumenti.
Solo timidamente provano a farsi strada, perlomeno a sprazzi, andamenti lievemente più ritmati e accattivanti. Pie illusioni, moderate e minoritarie variazioni per togliere dall’immobilismo assoluto, certamente non l’indizio di qualche sviluppo più coinvolgente. Il senso di luminosa catarsi porta il gruppo ad accostarsi, in una versione più pesante e tuonante, al maestro dell’immobilismo etereo in salsa funeral doom, ovvero Ryan Wilson e i suoi The Howling Void.
Qui, al contrario del progetto texano, la musica mantiene un certo dinamismo, accendendosi di colori fiammanti, salvo poi ritrarsi, quasi pudica per i precedenti slanci, in una dimensione più confessionale. Di base, il nuovo album dell’artista di Burgos va a costituire una semplice continuazione di un discorso devoto al funeral doom delle origini – quello di Thergothon, primi Pantheist e Skepticism, refrattario a bruschi cambiamenti o mescolanze, o anche solo a qualche smussamento qua e là – tant’è che viene anche difficile estrapolare singoli momenti o tracce più incisive. Meglio ammirare il quadro complessivo, sempre che ci si riesca a sintonizzare totalmente con gli intendimenti di Ángel.
Non siamo comunque di fronte a una delle esternazioni più cupe e insondabili che il genere proponga, ne sono testimonianza i belli interventi solisti, lenti e avvolgenti e a loro volta luminosi, a segnare una ricerca di pace che sembra essere il motivo fondante di questa uscita.
Come nei The Howling Void e seguendo per molti aspetti la linea delle uscite meno oppressive di una label come la russa Solitude Productions – e del resto anche la belga Meuse Music per cui questo disco esce – vi è un canovaccio di idee brillanti ma limitato, e molto tradizionale, a guidare il songwriting. Tuttavia, è innegabile come qua dentro, se si ama il funeral doom melodico e dilatato, non vi sia nulla di fuori posto o incoerente.
Mezzo punto in meno del predecessore perché il gioco a carte scoperte va benissimo per gli affezionati della materia, mentre manca qualcosa per stare nei piani alti del settore e solleticare qualche nuovo fruitore. Un album per cultori della materia, lontano da mode o frivole semplificazioni; una di quelle uscite che innerva di spessore un sottogenere, ne contribuisce ad alimentare la fama underground e la sua credibilità, pur non apportando alcunchè di aggiuntivo.

TRACKLIST

  1. Inhalar, Exhalar
  2. Nunca
  3. Emociones Coaguladas
  4. Inalcanzable
  5. El Devorador De Recuerdos
  6. Vacío Como El Tronco De Un Arbol Muerto
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