7.0
- Band: AMASEFFER , ORPHANED LAND
- Durata: 00:38:26
- Disponibile dal: 26/08/2016
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Sony
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Al contrario dell’ambito pop/rock, dove non è infrequente, nel mondo metal succede raramente che un album nasca su commissione per la realizzazione di una colonna sonora, eppure la genesi di “Kna’an” è esattamente questa. Il direttore del Landestheater di Meminngem, Walter Wayers, dopo aver scritto uno spettacolo teatrale incentrato sulla figura di Abramo e la sua famiglia, ha infatti chiesto a Kobi Farhi degli Orphaned Land e Erez Yohanan degli Amaseffer di comporre una colonna sonora per accompagnare i momenti salienti dello spettacolo. Il risultato finale è “Kna’an”, un lavoro che, pur incastrandosi senza problemi nella discografia di entrambe le band, ha delle caratteristiche peculiari che lo rendono diverso da un normale album in studio. Ci sono delle considerazioni a monte di tutto che vanno necessariamente fatte prima di addentrarci nelle tredici composizioni di “Kna’an”: innanzitutto, come dicevamo, si tratta di una colonna sonora e come tale la musica è funzionale all’opera teatrale. Già solo ascoltare l’album senza la sua componente narrativa e visiva toglie una prospettiva molto importante. Le composizioni sono spesso molto brevi, quasi accennate, delle pennellate che servono a sottolineare con classe i momenti della storia narrata. Altra considerazione che bisogna fare è legata al pubblico a cui è rivolta l’opera: non è uno spettacolo metal, è una colonna sonora creata da musicisti metal, ma rivolta ad un pubblico anche generalista. Anche questo è evidente, sia nelle scelte fatte dagli autori, che prediligono le ballad e le melodie soffuse ed eleganti; sia nel lavoro in fase di produzione, che esalta le voci e le chitarre acustiche e ammazza le chitarre elettriche e la sezione ritmica. Il suono è pulito, educato, identico a quello che sentiamo quando un qualsiasi artista pop decide di usare le chitarre distorte. Queste premesse sono necessarie per sgomberare il campo da possibili fraintendimenti dati dalle diverse aspettative: gli Orphaned Land e gli Amaseffer di “Kna’an” edulcorano ancora di più il loro sound, navigando ai bordi del metal, sfiorandolo, ma senza immergervisi. A questo punto, consci di aver a che fare con un disco anomalo e caratterizzato da queste sonorità, guardiamo più da vicino le singole canzoni: dopo la bellissima introduzione di “The Holy Land Of Kna’an”, dove le atmosfere orientali e mistiche ci trasportano immediatamente nella Terra Promessa, si parte subito con “The Angel Of The Lord”, pezzo elettrico dalle atmosfere solenni e dotato di un buon ritornello. I ritmi non sono eccessivamente veloci o incisivi, ma questo brano rientra perlomeno tra quelli più elettrici e movimentati. Alla stessa categoria appartengono “Naked – Abraham”, che sembra uscita direttamente dal precedente album degli Orphaned Land, “All Is One”; “There Is No God For Ishma’el”, più oscura e tesa per narrare la storia di Ismaele, il fratellastro negletto di Isacco; la pregevole “Akeda”, dove tornano preponderanti le atmosfere orientali e impreziosita da un ottimo accompagnamento alle percussioni. Infine citiamo “Fruits From Different Trees – Ishma’el And Itzhak”, che dopo una apertura abbastanza anonima, si riprende sul finale con un ottimo riff, che segna il momento più aggressivo dell’album. Il resto delle composizioni, invece, si divide tra delicate ballate, principalmente acustiche, dove citiamo almeno “A Tree Without No Fruit – Sarah”, elegante e arricchita da un ottimo solo acustico; e brevi bozzetti della durata inferiore ai due minuti. Menzione obbligatoria anche per l’ipnotica “The Vision”, una commovente invocazione cantata da una splendida voce femminile. Tutte le composizioni, comunque, sono di buona fattura, tranne pochissimi episodi, e quindi non possiamo che promuovere questo interludio delle due band israeliane, ma certamente si tratta di un’uscita particolare, che necessita di una buona predisposizione verso sonorità più soffuse ma non per questo meno espressive. Chissà che in un futuro non venga tratta una testimonianza video dell’intero spettacolo, che ci darebbe la possibilità di apprezzare quest’opera nella sua vera essenza.