6.5
- Band: OTARGOS
- Durata: 00:45:00
- Disponibile dal: 16/09/2013
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Non sono stati fatti grandi annunci in merito, ma la lineup degli Otargos ha subito un grosso stravolgimento poco dopo la pubblicazione dell’interessante “No God, No Satan”. Il solo superstite di quella formazione è il cantante/chitarrista Dagoth, oggi leader di una band che era arrivata molto vicina ai vertici del panorama black metal, ma che ora pare intenzionata a muoversi in un’altra direzione. “Apex Terror” sancisce sia l’esordio dei Nostri per la Listenable Records, sia una vistosa mutazione del sound, che passa appunto da un black metal freddo e disturbante ad un corposo death metal dalle forti venature industrial e thrash. Ascoltando il lavoro, a tratti sembra effettivamente di trovarsi al cospetto di un nuovo album degli Zyklon o dei The Wretched End, striato qua e là da qualche influenza Behemoth/Hate. Abbiamo sentito spesso queste sonorità negli ultimi tempi e i francesi sciorinano una discreta dimestichezza nel maneggiarle, anche se è facile notare come alcune delle canzoni risultino appesantite da delle ripetizioni nel riffing un tantino eccessive e da un palese sentore di già sentito, che inevitabilmente fa rimpiangere gli spunti messi in mostra sul succitato “No God…”. Di quest’ultimo avevamo apprezzato particolarmente l’elemento atmosferico/ipnotico e purtroppo duole constatare che non vi sia traccia di esso nei solchi del nuovo platter. Certo, gli Otargos provano comunque a rendere la proposta gelida e straniante, ma ciò avviene tramite dei sample che onestamente non impressionano granchè; li abbiamo già ascoltati, in una versione più incisiva e versatile, su un “World Of Worms” degli Zyklon. Sembra che il gruppo transalpino abbia voluto mostrare i muscoli su questo “Apex Terror” e certamente a tratti i risultati sono comunque rilevanti, ma a nostro avviso uno sviluppo delle esperienze dei dischi precedenti avrebbe potuto regalare frutti migliori. Probabile che il cambio di formazione abbia influito molto su questa variazione nella rotta; resta però il fatto che preferiamo di gran lunga gli Otargos di un paio d’anni fa rispetto a quelli odierni.