6.5
- Band: OTARGOS
- Durata: 00:46:35
- Disponibile dal: 13/11/2015
- Etichetta:
- Kaotoxin Records
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I transalpini Otargos non sono mai stati una band dai grandi proclami, ma uno di quei gruppi di poche parole (e pochi tour) e molta continuità e prolificità: i Nostri hanno dato infatti alle stampe cinque full length – sei, con questo “Xeno Kaos” – nel giro di dieci anni. Una media invidiabile, specie se si considera che alcuni di questi episodi (“No God, No Satan” ad esempio) sono ritenuti delle piccole perle nel loro genere. Gli Otargos nascono come band black metal, e nel loro genere si sono tolti davvero parecchie soddisfazioni, poi nel 2013, con l’uscita del controverso “Apex Terror”, complice probabilmente anche un radicale cambio di line-up, i Nostri hanno cambiato direzione artistica, dedicandosi ad un death metal molto corposo, moderno e con forti influenze industrial. “Xeno Kaos” non è altro che il proseguimento in questa direzione, in un percorso già intrapreso in passato, con molta fortuna, da un gruppo come i Behemoth. E infatti Dagoth, cantante chitarrista, e unico membro superstite della formazione originale, parrebbe proprio voler ricalcare le orme di Nergal, prendendo anche parecchi spunti stilistici e compositivi dalla musica del suo gruppo. Come avrete intuito, i brani di “Xeno Kaos” si rifanno parecchio alla scuola death metal polacca, strizzando l’occhio all’operato di band quali appunto Behemoth, Hate, Vader, Lost Soul, ma anche a quanto di buono fatto da una band come gli Zyklon, soprattutto per la componente industrial. Intendiamoci però, non stiamo parlando di lavoro scadente, il disco in sé è suonato molto bene, e se siete alla ricerca di un po’ di sano death metal, muscolare e diretto, sicuramente in questo platter troverete vari spunti interessanti e divertenti. Tuttavia, se guardiamo all’operato complessivo della band, questa più che un’evoluzione pare un’involuzione, una spersonalizzazione del suono verso una direzione che sicuramente potrà avere più visibilità su un pubblico di ampia scala, ma che allo stesso tempo si potrebbe facilmente perdere nel marasma di uscite molto simili tra loro dello stesso genere. Come molto spesso accade non crediamo che questo disco sia un capolavoro imperdibile, ma che non sia nemmeno totalmente da cestinare: sarà decisiva dunque la vostra fiducia e il vostro amore per il genere in questione.