7.0
- Band: OVERDRIVE
- Durata: 00:57:58
- Disponibile dal: 21/01/2011
- Etichetta:
- Lion Music
- Distributore: Frontiers
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Gli svedesi Overdrive nascono nel 1980 e pubblicano due ottimi esempi di heavy metal scandinavo nel 1983 e 1984 rispondenti al nome di "Metal Attack" e "Swords And Axes". Purtroppo qualcosa all’interno della band si rompe e gli Overdrive si sciolgono; il leader e chitarrista Janne Stark e il cantante Pelle Thuresson decidono di continuare e insieme fondano gli Overheat, i quali avranno vita breve e non pubblicheranno alcun album. A quel punto di Thuresson si perdono le tracce, mentre Stark mette in piedi altri progetti (i Locomotive Breath saranno il più importante), suona come ospite in vari gruppi e intraprende la carriera di scrittore. Tutto ciò fino al 2006, anno in cui richiama i vecchi amici di un tempo e, insieme al giovane cantante Per Karlsson – già all’opera nei mefistofelici Portrait e nei power metaller Unchained – rimette in moto la macchina Overdrive che nel 2008 pubblica "Let The Metal Do The Talking", un buon disco di metallo tradizionale. Ora, a distanza di tre anni dal come-back discografico, la band di Stark ritorna sul mercato col nuovo "Angelmaker", un lavoro estremamente godibile sempre in bilico tra riff classici e sonorità che strizzano l’occhio al moderno. Quanto detto è riscontrabile fin dalla prima traccia "Signs All Over" sorretta da riffoni classici e rinfrescata da controcori dal flavour moderno e dalla seguente, godibilissima "In Gut We Trust". "Angelmaker" si fa apprezzare per i suoi connotati hard rock e per una prestazione sopra le righe di Karlsson che si conferma cantante di razza, mentre "I Know There’s Something Going On" è la soprprendente ed efficacissima rilettura in chiave heavy del successo solista della cantante Frida degli ABBA. Semplicemente splendida "Under The Influence", aperta da un roboante basso in pieno Iron Maiden style che fa da contraltare ad un riffing saettante e, ciliegina sulla torta, avvalorata da un refrain che si lascia cantare fin dal primo ascolto; dopo cinque pezzi che non concedono scampo, la band segna il primo passo falso con la debole "On With The Action", incespicamenti che si ripeteranno anche in "Mother Earth" e in "Cold Blood", in definitiva tre canzoni che sembrano degli squallidi riempitivi. Ma gli Overdrive per farsi perdonare decidono di regalarci un finale pirotecnico con i dieci minuti dell’epica "The Wavebreaker", intensa e passionale cavalcata di heavy metal incontaminato. "Angelmaker" è un lavoro che non cambierà di certo la vita a nessuno e che denota qualche calo di ispirazione, ma che nel complesso suona onesto e sincero e per questo piacerà sicuramente a tutti gli amanti di queste sonorità.
