voto
8.0
8.0
- Band: OVERKILL
- Durata: 00:57:07
- Disponibile dal: 26/01/2010
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Già si immagina la scena: fumo sul palco, ovazione della folla, le prime note di D.D. Verni in perfetta solitudine, l’arpeggio della chitarra a fare presto compagnia. Una melodia che pian piano viene lacerata dallo strappo di chitarra che dà il via alle percussioni con l’inconfondibile marchio di Blitz al microfono. Si apre così “Ironbound”, nuovo album degli Overkill, colossi americani del thrash metal che nel 2010, dopo aver contribuito largamente a scrivere la storia del genere, hanno ancora la forza di reclamare il ruolo di protagonisti, fregandosene della carta d’identità. Quasi sessanta minuti di musica, dieci canzoni dalla durata media esagerata per il genere, ma che questa volta difficilmente stuferanno, tale è la messa in campo di soluzioni a tratti mai sperimentate prima. Soprassediamo velocemente sui suoni, immutati (e potentissimi) rispetto al precedente “Immortalis”, album tuttavia inferiore a “Ironbound” per la qualità media delle canzoni. Su questo disco non ci sono brani-riempitivi, l’album si apprezza per intero, complice anche l’atmosfera generale improntata sulla violenza. Si percuote su questo disco, si picchia duro, si urla ancora più duramente e stridono le chitarre negli ottimi assoli che impreziosiscono i brani. La novità per gli Overkill 2010 ha due forme: le melodie di chitarra molto accentuate e un Bobby che usa la sua voce anche in maniera melodica, pulita, diremmo. Niente paura, non è un approccio tipo Exodus nell’ultimo album, qui si tratta di dare enfasi a dei passaggi che si sposano perfettamente con le ripartenze thrash metal tipiche. Detto della lunga e ottima “The Green And The Black” che apre l’album, sono diversi i pezzi pronti per finire in scaletta, su tutti la title track, dall’inizio devastante e dal ritornello molto violento. C’è la caotica “Bring Me The Night”, la groovy “The Goal Is Your Soul” dal finale movimentato, mentre in “Give A Little” si ascolta un Bobby melodico mai ammirato prima. A differenza del precedente album, il finale del disco non decade clamorosamente. Ci sono ancora ottimi pezzi come la folle “In Vain”, dove il caotico drumming fomenta l’ascolto, cinque minuti di percussioni forsennate al grido “We got no religion, we want retribution, no victory in vain!”. “Ironbound” presenta nel 2010 degli Overkill in ottima forma. Oltre a dimostrare ad ogni concerto di essere i migliori, gli Overkill con il nuovo lavoro tornano a offrire un concentrato di thrash metal che farà felici tutti. Al grido di “Take It! Never let go, take It! Devil you know, this is what you make, ironbound, Take It! Never let go, take It! Devil you know, how far can you take it as you go, Ironbound!”.