9.0
- Band: OVERKILL
- Durata: 00:50:22
- Disponibile dal: 25/03/2003
- Etichetta:
- Spitfire Records
- Distributore: Edel
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Dopo una lunga serie di studio album non proprio esaltanti e la solita successiva sequenza di live più o meno validi e/o significativi e raccolte più o meno autorizzate, tornano i veterani del thrash a stelle e strisce Overkill con il loro tredicesimo disco “Killbox 13”. E non pensate di essere in procinto di trovarvi di fronte un mediocre disco tharsh degli Overkill sempre uguali a loro stessi… se la pensate così, state rischiando di perdere uno dei migliori lavori di sempre di questa band, ma soprattutto state mancando una delle migliori proposte di questi primi mesi del 2003 (e forse anche dei mesi successivi). Questo “Killbox 13” non è soltanto un gran disco thrash come non se ne sentivano da tempo, ma è un gran disco – punto. Quindi, se siete amanti di queste sonorità, deve senz’altro essere vostro e, se anche non lo siete, dovreste farci un pensierino… perché “Killbox 13” non lascia prigionieri. Che gli Overkill questa volta si siano superati lo si intuisce subito dall’opener “Devil By The Trail”, un vero e proprio assalto frontale di una violenza spaventosa, con chitarre che macinano riff potentissimi e soprattutto la voce di un Bobby Blitz veramente sugli scudi, che trasmette cattiveria ed energia pura ad ogni singolo verso, una vera e propria lama di rasoio affilatissima, capace di acuti che danno veramente i brividi – per non parlare poi dei cambi di tempo continui del pezzo, caratterizzato da una dinamicità che non lascia respiro. “Devil By The Trail” mette subito in chiaro le cose: siamo di fronte ad un thrash metal sicuramente classico per quanto riguarda il songwriting, ma dall’appeal e dai suoni moderni, che fanno sembrare le giovani leve (Shadow Fall, The Haunted, Children Of Bodom) dei veri e propri dinosauri. Si passa poi al pezzo più moderno del lotto, che rappresenta una vera e propria novità per i nostri: “Damned”; caratterizzato da un groove micidiale, è un pezzo circolare che farebbe impallidire qualsiasi gruppetto nu-metal, con un refrain che rimane stampato in testa. Il problema, con “Killbox 13”, è che gli Overkill hanno sfornato dieci tracce eccezionali, ognuna delle quali meriterebbe una recensione a parte, ognuna delle quali rapisce in modo totale l’ascoltatore, ognuna delle quali potrebbe finire su un best of del gruppo. Quando il livello qualitativo è così alto, considerare solo alcune track è alquanto riduttivo. Per onor di cronaca, comunque, una menzione a parte, oltre alle già citate tracce, la merita anche “Crystal Clear”, un pezzo dalle atmosfere sabbathiane, molto lento e anche questo caratterizzato da riff con un forte groove, ed in cui il basso di D.D.Verni la fa da padrone. Per il resto il disco è un susseguirsi di ottime canzoni, che si distinguono sia per un songwriting vincente, sia per un’ottima prova di tutti i musicisti, tra i quali svetta sicuramente Bobby Blitz (so di ripetermi, ma veramente la sua prestazione è eccezionale) per la carica interpretativa che mette in ogni pezzo, così come per la grande capacità del gruppo di inserire soluzioni classiche (divertitevi a trovare riferimenti sia agli Iron Maiden che ai Metallica) in un contesto moderno, attualizzandole e modernizzandole senza snaturarle. “Killbox 13” è un fottutissimo capolavoro, che entusiasma dalla prima all’ultima nota, dalla prima all’ultima traccia. Gli Overkill sono tornati: i maestri sono saliti nuovamente in cattedra, ed è bene che gli alunni continuino a imparare.