7.5
- Band: OVERKILL
- Durata: 00:51:05
- Disponibile dal: 14/04/2023
- Etichetta:
- Nuclear Blast
Spotify:
Apple Music:
“Higher! Higher! Feel the fire“: così cantava Bobby Blitz Ellsworth nel 1985. Ebbene, a distanza di trentotto anni, la fiamma degli Overkill prosegue imperterrita a bruciare gli scaffali metallici, e con il qui presente “Scorched” (un nome una garanzia) arriva ad accendere la ventesima miccia preparata a dovere dalla band del New Jersey. Un fuoco che si dipana da oltre tre decadi, sì con qualche sbuffo, ma sempre alimentato dalla stessa grinta e passione, portata orgogliosamente avanti dalla coppia formata da ‘Sua Elettricità’ Bobby Blitz e dall’amico D.D.Verni.
Un rogo pluridecennale apparso per la prima volta proprio sulla cover di “Feel The Fire” e che Travis Smith (ormai ospite fisso in casa Overkill alla voce artwork) ha riportato in bella mostra sulla copertina di “Scorched”, così da creare quella continuità d’intenti di cui si parlava poco sopra. Un incendio dal quale la mascotte Chaly s’innalza sovrana sdoppiandosi in due specie di serpenti, uno in fronte all’altro, pronti a duellare. Per chi? Per cosa? Una sfida contro l’altro, un faccia a faccia contro se stessi: riflessioni nate nella mente dello stesso Bobby nel corso della pandemia e che lo hanno ispirato nella stesura dei testi, rispecchiando in toto il turbinio di emozioni scaturito in quel periodo.
Un perenne sussulto emotivo, perfettamente in linea con le varianti ritmiche e melodiche presenti dalla prima all’ultima traccia del nuovo disco.
Prima di scendere nei particolari, brevissima premessa: i pezzi di “Scorched” suonano Overkill al 100%. Detto ciò, questa volta, la matrice heavy-thrash elargita da Ellsworth e compagni si è spostata maggiormente in direzione del primo versante, regalandoci episodi zeppi di saggezza, pesantezza, energia violenta e melodica, costruendo un full-length compatto e granitico. C’è luce ed oscurità in “Scorched”, divise a metà (come ci conferma la cover stessa) da brani più cupi e grondanti groove (“The Surgeon” o l’articolata “Fever”) e pezzi grintosi e goderecci come la spedita “Goin’ Home” e “Won’t Be Coming Back” (la migliore del lotto per chi scrive) con il suo incipit alla “Heaven And Hell” prima di lanciarsi in un riff trascinante borchiato dall’heavy più British firmato Judas Priest. Non solo, “Twist Of The Wick” garantisce il tasso tellurico che ci si attende da un album degli Overkill, supportato dalla roboante sezione ritmica guidata dal buon D.D. e dal chirurgo Jason Bittner.
Nel complesso, anche “Wicked Place”, secondo singolo estratto, pur non spiccando di creatività, non demerita e così vale per “Harder They Fall” e “Know Her Name”. Più che interessante è il testacoda dell’album: se da una parte la title-track (con un rimando alla recente “Head Of A Pin”) ci regola con oltre sei minuti ultrarocciosi e tecnici, la scossa conclusiva di “Bag O’ Bones” ci porta su lidi leggiadri, con un terremoto blueseggiante a fare da contorno. Da sottolineare infine in positivo anche la produzione, dove pure la batteria riesce ad uscire con un suono non così piatto come invece accaduto in precedenti occasioni, e non solo con la band americana.
Arrivati a quota venti, gli Overkill non devono dimostrare più nulla, parliamoci chiaro, nè si deve pretendere chissà quale colpo a sorpresa. La loro inossidabile presenza lungo tutta la storia del thrash metal, dalla sua esplosione, al suo declino sino alla sua ripresa di inizio millennio, è dentro l’orecchio di tutti. Venti dischi rilasciati, uno ogni due anni in pratica, tra cui “Taking Over”, “Under The Influence”, “Horrorscope”, “Ironbound” e “The Electric Age”: una carriera di spessore che li ha portati spesso, soprattutto dai fan, ad essere eletti come degni membri della famosa cerchia dei ‘big’, allargando quindi il four al five (o six se comprendiamo pure Testament o Exodus). Da parte nostra possiamo semplicemente certificare come il marchio Overkill sia stato sapientemente impresso anche su questa ventesima scarica heavy-thrash, in attesa di scuotere il capo durante i prossimi due show che il quintetto statunitense terrà nel nostro paese. Feel The Fire…again!