7.5
- Band: OVO
- Durata: 00:43:15
- Disponibile dal: 07/02/2020
- Etichetta:
- Artoffact Records
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Dopo la pubblicazione del precedente “Creatura”, gli OvO avevano anticipato – o minacciato – che il loro futuro musicale avrebbe potuto abbracciare in toto l’elettronica, e questo non è accaduto, tranquilli. Almeno non totalmente. Ma sicuramente “Miasma” rappresenta un’ulteriore dimostrazione delle numerose e menefreghiste sfaccettature che la band nostrana sa mettere in campo, mischiando i generi e le sensazioni percettive. C’è molto del loro percorso precedente, ma oltre a comparire parecchi elementi di novità, specie in termini di ricorso ai synth, le varie anime della band si mischiano ancora più liberamente e follemente. Così, le pulsioni black metal già percepite qua e là vengono sepolte sotto sovraincisioni minimali di batteria o tempi liberi puramente noise (“Mary Die”, “Queer Fight”); i momenti più cupi trovano talvolta declinazioni rumoriste o da body music (“You Living Lie”), altre volte più vicine al goth e al metal (“Testing My Poise”) o virano verso i territori degli Swans nella (splendida) conclusione del disco. Anche dove gli OvO giocano a suonare ‘semplicemente’ alternative, la loro impronta di decostruzione e trasfigurazione è potente; pensiamo a “L’Eremita”, che oltre a vedere l’intersezione di almeno tre diverse sezioni musicali, ha come ospiti gli Årabrot, loro degni sodali di sperimentazione. Anche gli altri featuring riflettono l’assenza di confini della proposta degli OvO, a partire dalla principessa della dancehall più tamarra Gnučči, eccellentemente al servizio di un brano violento e sadico, passando per Gabor, cantante degli Holiday Inn, sulla soffocante “Burn De Haus”: un brano che riflette le pulsioni tra elettronica e lo-fi analogico proposte dal suo duo. Ce n’è insomma per tutti i gusti, a patto che non siate puristi o musicalmente timidi, ma questa è una premessa scontata, con gli OvO. Forse l’unico difetto riscontrabile è che l’esplosiva e quasi orgiastica varietà rende l’album un po’ discontinuo, ma di certo non ci aspettavamo musica di sottofondo da digerire distrattamente.