OZRIC TENTACLES – Lotus Unfolding

Pubblicato il 16/10/2023 da
voto
7.0
  • Band: OZRIC TENTACLES
  • Durata: 00:45:41
  • Disponibile dal: 20/10/2023
  • Etichetta:
  • Kscope Music

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Per chi non conoscesse quel geniaccio di Ed Wynne e la sua creatura principale, gli Ozric Tentacles, “Lotus Unfolding” è la ventesima prova in studio di un ‘collettivo’ di musicisti che ruota attorno alla figura del suo creatore. Nati quasi per scherzo nel 1984 con una esibizione allo Stonehenge Free Festival, la band si è affermata nel corso degli anni come il crocevia perfetto fra prog, elettronica e psichedelia, grazie a un miscuglio stranissimo di flauti, riff ripetitivi di chitarra e sintetizzatori che trascinano l’ascoltatore in un vortice mistico in bilico fra la musica etnica e il prog rock.
Pur non avendo mai sfondato a livello commerciale, Wynne non si è mai rassegnato e non ha mai perso la sua vena creativa, nonostante cambi continui di line-up: dal 2000, sono ormai in pianta stabile la sua ex moglie Brandi e il figlio Silas, rendendo gli Ozric Tentacles una band quasi ‘di famiglia’.
“Lotus Unfolding”, quindi, segue il songwriting ormai cristallizzato del quintetto britannico: deliri sciamanici, assoli, contrappunti di sitar, percussioni elettroniche piazzate tatticamente nello scenario sonoro dove ci si immerge sin dalla iniziale “Storm In A Teacup”.I fan di uno dei più improbabili gruppi della storia del rock troveranno in questo nuovo album tutti gli elementi che glielo anno fatto amare sin dai primordi e da quei capolavori che rispondono al nome di “Jurassic Shift” e “Swirly Termination”, con un minutaggio che scende al massimo ai cinque minuti per permettere agli artisti di poter esplorare il loro universo fatto di droghe e psichedelia hippie.
Echi di Tangerine Dream si muovono in “Deep Blue Shade”, mentre alla batteria il bravissimo nordico Paul Hankin costruire una impalcatura di tocchi di piatto che si vanno a miscelare abilmente al sintetizzatore di Silas e al flauto della sacerdotale Saskia Maxwell, che la fa da padrone nella title-track dell’album. Qualcuno avrebbe probabilmente da obiettare che una musica così strana verrebbe a noia in poco tempo, e non possiamo non ammettere che più di un album di fila è abbastanza tosto da digerire, ma se ci si abbandona completamente ai mandala e alle atmosfere spaziali di Wyatt e soci, anche la finale “Burundi Spaceport” (una specie di richiamo alla mitica “Black Market” dei Weather Report?), che si muove tutta fra percussioni etniche e synth, risulta essere un trattamento rilassante nel quale farsi coinvolgere.
La ventesima prova in studio degli Ozric Tentacles, dunque, si posiziona più verso la matrice elettronica della band, rispetto ad alcune trovate smaccatamente rock del precedente “Space For The Earth”, senza comunque discostarsi troppo dal nucleo fondamentale delle atmosfere alle quali si ispira il quintetto. In fondo, va benissimo così: se non vi è mai capitato di mettere nelle orecchie una musica così particolare, e amate la psichedelia, anche questo disco può andare benissimo come primo approccio, mentre chi è avvezzo alla formazione inglese si ritroverà, come sempre, a casa.

TRACKLIST

  1. Storm In A Teacup
  2. Deep Blue Shade
  3. Lotus Unfolding
  4. Crumplepenny
  5. Green Incantation
  6. Burundi Spaceport
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