6.5
- Band: PAGANIZER
- Durata: 01:10:00
- Disponibile dal: 07/12/2012
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Non bastano nuovi album dati alle stampe a ripetizione… per Roger “Rogga” Johansson e per le label con cui collabora ora è pure il caso di pubblicare qualche ristampa. Dall’immenso archivio del musicista death metal svedese, la Vic Records ripesca e comprime in un solo CD “Stillborn Revelations” e “Revel In Human Filth”, due album rilasciati a nome Carve rispettivamente nel 2002 e nel 2004 per la minuscola Black Hole Productions. L’etichetta olandese decide quindi di rimettere a disposizione il tutto con il monicker Paganizer, uno dei progetti di maggior successo del Nostro. In effetti, lo stile è a grandi linee quello tipico di questi ultimi, anche se gli ascoltatori più smaliziati potranno notare qualche differenza in entrambi i lavori. “Stillborn…”, ad esempio, a volte si stacca dal classico tributo allo swedish death metal di Grave e compagnia per avvicinarsi ad un sound più europeo che ricorda anche e soprattutto i Vader. “Revel…”, d’altro canto, presenta delle virate di thrash slayeriano e, nel complesso, un approccio più mosh che lo rende catchy e fruibile sin dal primo ascolto. Curioso poi notare come entrambe le opere siano frutto di diverse sessioni di registrazioni e di propositi altrettanto differenti: “Stillborn…” venne infatti originariamente concepito proprio come album dei Paganizer, ma per problemi di lineup venne quindi pubblicato col monicker Carve; “Revel…” è invece una compilation di demo di pezzi che avrebbero dovuto costituire il debut di un nuovo progetto che avrebbe dovuto coinvolgere anche membri dei Vomitory, ma, per mancanza di tempo e interesse, venne infine dato in pasto al pubblico come secondo lavoro dei Carve. In ogni caso, entrambi i dischi risultano discreti e, a tratti, anche più ispirati e spontanei di certe recenti prove di Johansson. D’altra parte, all’epoca il Nostro non era ancora in preda a quella trance agonistica che negli ultimi tempi lo ha portato a pubblicare anche cinque album all’anno (con quei risultati altalenanti di cui tutti sappiamo); anche se non fa mai gridare al miracolo, il materiale si lascia ascoltare con un certo piacere e si dimostra tutto sommato curato. In definitiva, luce verde per chi vuole proprio ascoltare tutto da parte dell’ormai noto stakanovista svedese: Johansson, almeno sotto il profilo della quantità, non delude proprio mai.