7.0
- Band: PAGANIZER
- Durata: 00:38:23
- Disponibile dal: 27/10/2019
- Etichetta:
- Transcending Obscurity
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In mezzo al solito, incredibile, delirio di nuovi progetti e corrispondenti pubblicazioni (addirittura un secondo album solista ha visto la luce alcuni mesi fa), per fortuna Rogga Johansson trova anche il tempo di portare avanti una delle sue band più longeve e rispettate, per giunta con risultati apprezzabili. Questo nuovo “The Tower of the Morbid” lascia infatti una buona impressione, confermando quanto di valido era già emerso nel precedente “Land of Weeping Souls”. Sembra che il chitarrista/cantante svedese abbia ritrovato l’ispirazione sul fronte Paganizer, death metal band che – come del resto tutti i suoi gruppi – si è sempre segnalata per una carriera altalenante, caratterizzata tanto da prove convincenti quanto da scivoloni imbarazzanti. Con “The Tower…” incontriamo infatti una formazione che fa il suo con disinvoltura e con un piglio tutto sommato coinvolgente. Il disco è, musicalmente, un compendio della carriera del gruppo, il quale ripercorre idealmente tutto quanto fatto dal 1998 (anno della fondazione) a oggi. Come spesso accade, Johansson non ha voluto dare un particolare indirizzo alle nuove canzoni: il quartetto si è semplicemente preoccupato di farle suonare il più Paganizer possibile, mettendo però una certa cura nella varietà dei riff e delle strutture. Troviamo così episodi prettamente swedish death metal come “Flesh Tornado” o “Drowning in Sand” – diretti, brutali e forti di un brio che non si percepiva da qualche tempo – e canzoni dall’indole maggiormente controllata, come “They Came to Die” o la titletrack. La prima, in particolare, riesce a distinguersi all’interno dell’opera per il suo curioso sound a metà strada tra il groove e le cadenze degli Obituary e la melodia di matrice scandinava. “The Tower…”, insomma, ci presenta una band che indubbiamente ha a cuore la propria identità e le proprie origini, ma che, al tempo stesso, impegnandosi, sa ancora come imbastire una proposta quantomeno vivace e divertente, che potrà soddisfare chi non pretende sempre e comunque la ricerca di nuove emozioni, e si accontenta di potere serenamente rivivere le vecchie.