PAIN – Nothing Remains The Same

Pubblicato il 01/07/2002 da
voto
7
  • Band: PAIN
  • Durata:
  • Disponibile dal: //2002
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Terzo capitolo per i Pain, monicker dietro il quale si cela niente meno che il celebre Peter Tagtgren, leader degli Hypocrisy e proprietario dei noti Abyss studios, vera e propria Mecca del Metal estremo mondiale. Partita diversi anni orsono come un’entita’ sonora industrial-Thrash fortemente debitrice nei confronti dei Fear Factory la band ha perso col passare degli anni gran parte della propria carica Metal, accostandosi sempre di piu’ a sonorita’ elettroniche e catchy sulla scia dei Rammstein e, in minima parte, The Kovenant. Se nel precedente “Rebirth” Tagtgren aveva dato sfogo a tutta la sua passione per samples, loops e ritmi danzerecci, questo “Nothing Remains The Same” segna un mezzo ritorno ad un sound piu’ organico e “umano”, in cui, oltre ovviamente alla solita tonnellata di effetti elettronici, possiamo trovare i cari vecchi strumenti come basso, chitarre e una vera batteria e, in alcuni brani, persino una sezione di archi. Il buon Peter ha optato in questa occasione per un sound un po’ piu’ rockeggiante e meno “easy”, andando ad abbracciare uno specchio molto ampio di sonorita’, scelta che senza dubbio risulta vincente se non altro perche’ dona una certa dose di imprevedibilita’ e una maggiore longevita’ al prodotto. “Fade Away” e “Injected Paradise”, due brani piuttosto lenti e riflessivi, mostrano un Peter vocalmente maturo ed espressivo, il quale, pur essendo alle prese con sonorita’ per lui pressoche’ inedite, si dimostra perfettamente a suo agio e capace di ottenere ottimi risultati. Non mancano comunque episodi molto orecchiabili e da classifica: ne sono un perfetto esempio il primo singolo “Shut Your Mouth” (divertentissimo il videoclip!), la cover di “Eleanor Rigby” dei Beatles e “Save Me”, brano davvero trascinante e destinato a fare sfracelli nelle piste dei vari goth clubs (e gia’ vedo i “defenders” inorridire)!
Complimenti quindi a Peter Tagtgren che, non finendo mai di stupirci, ha scritto, suonato e prodotto un disco piu’ che valido e per certi versi coraggioso, che evita di scadere nei soliti cliché, nella melodia piu’ becera e nella commercialita’ ma che, allo stesso tempo, risultera’ troppo contaminato e sperimentale per gran parte del pubblico che e’ solito seguire le sue gesta come produttore Death e Black Metal e come leader degli Hypocrisy. Solo per open mind people.

TRACKLIST

  1. It’s Only Them
  2. Shut Your Mouth
  3. Close My Eyes
  4. Just Hate Me
  5. Injected Paradise
  6. Eleanor Rigby
  7. Expelled
  8. Pull Me Under
  9. Save Me
  10. The Game
  11. Fade Away
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