6.5
- Band: PANTERA
- Durata: 01:11:08
- Disponibile dal: 22/06/2018
- Etichetta:
- Dynamo Concerts
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Ormai da tre anni – e forse andava bene così – non usciva più niente di ufficiale a nome Pantera. Ma quest’anno, per una brutale quanto incredibile coincidenza, ecco ripartire i tributi, gli omaggi e le pubblicazioni postume dedicati alla band texana proprio nel giorno della drammatica scomparsa di Vincent Paul Abbott, aka Vinnie Paul. La data d’uscita prevista per “Live At Dynamo Open Air 1998”, difatti, è stata il 22 giugno 2018, quando attoniti abbiamo appreso tutti della dipartita del cinquantaquattrenne drummer, anche ex-Damageplan e attivo negli Hellyeah, per arresto cardiaco. Difficile quanto non prevedibile, quindi, discutere sull’evenienza di una release di siffatto tipo – testimonianza live di vent’anni fa di una delle formazioni più rimpiante, ed impossibilitate a riunirsi, della nostra musica preferita – e sulla sua tempestività. Ma andiamo con ordine, pur non perdendoci troppo in dettagli stucchevoli.
La label olandese Dynamo Concerts, gestita dagli organizzatori di quello che un tempo era il miglior festival europeo di metal estremo, il Dynamo Open Air, si è resa conto di avere a disposizione, tra le sue teche e i suoi nastri, un bel po’ di ottimo materiale. E quindi perchè non imbastire proprio una serie di pubblicazioni riesumanti questi storici live? Vi lasciamo giudicare senza pregiudizi la validità di un’operazione come questa, che, assieme ai Pantera, prevede i Soulfly quale compagni di tale prima avventura discografica di questa etichetta. Ma se la band di Max Cavalera, nel 1998, era appena uscita allo scoperto con l’omonimo, fulminante e bellissimo album di debutto, Phil Anselmo e compagni arrivavano da due anni intensissimi di promozione all’ultimo vero loro capolavoro, “The Great Southern Trendkill”, e dalla pubblicazione del piacevole live “Official Live: 101 Proof”. Una band pressoché all’apice della forma, quindi, sebbene i prodromi del malessere che portò i Nostri allo scioglimento probabilmente già si sentivano all’epoca, anche perchè la famigerata morte apparente di Phil, dovuta ad una quasi fatale overdose di eroina nel 1996, era forse sì superata nel fisico ma non nel collante caratteriale che tiene in piedi qualsiasi formazione heavy metal che raggiunge determinati livelli di successo. Comunque sia, cosa dire riguardo questo “Live At Dynamo Open Air 1998”? E’ un live album, punto. Niente di speciale, zero contenuti addizionali, nessun DVD di accompagnamento, solo un semplice dischetto con incisa tra i solchi la performance dei Pantera al Dynamo 1998. Siamo certi che per molti di voi, disperati orfani del groove spaccatutto di brani quali “I’m Broken”, “Walk”, “Mouth For War”, “Becoming” e “A New Level”, ciò basti a rendere appetibile il prodotto. Per altri, come chi scrive del resto, forse non è così: sempre meglio ascoltarsi in studio determinate canzoni o tracce, al posto di averle rese in cuffia sì dal vivo ma senza supporto visivo, aspetto che rende qualsiasi setlist, soprattutto al giorno d’oggi in cui l’immagine dice più di mille parole o mille suoni, quasi innocua e come ‘castrata’.
Peccato, allora, non aver abbinato a questa release qualcosa di più succoso e interessante, “Live At Dynamo Open Air 1998” sarebbe stato certamente più significativo ed impattante. Ci resta ovviamente una setlist da paura, con qualche assente d’eccezione (“Cemetary Gates”, “Drag The Waters”, “5 Minutes Alone”, “Strength Beyond Strength”) ma con anche pezzi assolutamente rimasti nella storia del groove metal e dell’heavy metal tutto, a partire da “Walk” e “Cowboys From Hell”, una combo che apre e chiude la scaletta in modo tellurico. Personalmente apprezziamo molto la resa di “Hard Lines, Sunken Cheeks”, nella quale i Pantera dimostrano di essere un gruppo di suonatori e compositori magnifico e non solo grazie alle loro innate abilità nel disintegrare tutto il disintegrabile, bensì nel convogliare magistralmente le influenze sabbathiane in un’atmosfera più cupa, sinistra, marcia e disperata. Poi, chiaro, per le mazzate ci sono “Fucking Hostile” e “Suicide Note, Pt. 2” a calare il maglio della morte sul pubblico…
Ecco, a pochi giorni dalla scomparsa di Vinnie e a ormai quasi quattordici anni dal tragico omicidio di Dimebag Darrell, fa specie ascoltare un live dei Pantera che in definitiva fotografa una band nel cuore della sua miglior vita, ormai persa nel retaggio senza ritorno di un destino infame. Se vi garba farvelo vostro, poche ciance e procedete pure. Noi intanto lo mettiamo da parte e rispolveriamo la restante discografia, pure “Reinventing The Steel”, se proprio vogliamo celebrare.