7.0
- Band: PANZERCHRIST
- Durata: 00:38:50
- Disponibile dal: 15/07/2013
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Settimo album per la band danese: una valida conferma di quanto di buono emergeva dai solchi del precedente “Regiment Ragnarok”. L’impeto e l’attitudine simil-black metal dell’intensa title track sono un’incandescente biglietto d’ingresso nell’attuale universo sonoro del gruppo scandinavo. Inquietudine, collera ed un pizzico di riflessione. I Panzerchrist continuano a descrivere guerra e battaglie muovendosi fra questi stati d’animo, coinvolgendo l’ascoltatore con un death metal dai toni sempre più furiosi, dove il taglio epico – un tempo unico vero trademark della proposta – è oggi affidato solo ad un costante quanto gustoso lavoro di chitarra solista, che arricchisce regolarmente le trame con motivi tutto sommato catchy e facilmente memorizzabili. Le dieci tracce, ad eccezione dell’inutile outro “Pig Parade”, dimostrano la competenza e l’ulteriore livello di maturazione di un gruppo che sinora non è mai riuscito a farsi annoverare tra i cosiddetti primi della classe, ma che oggi pare una volta per tutte avere le potenzialità per lasciare un’impronta significativa sul sentiero del metal estremo nordeuropeo. “The 7th Offensive”, pur presentando un paio di filler, contiene in sé i germi di un desiderio di rivalsa in crescente divenire: “In The Name Of Massacration” e “Kill For Revenge”, in particolare, toccano corde apocalittiche, offrendo una genuina fusione di potenza e dolore, scivolando su armonie al contempo violente e suadenti e testi che graffiano a fondo. Curiosa invece “Mass Attack Of The Lychantrope Legion”, che suona quasi come una versione malvagia degli Amon Amarth… con tocchi di Satyricon! Non esalta granchè la produzione, troppo fredda e meccanica, ma questa volta il materiale sembra appunto possedere qualcosina in più del solito in termini di presa ed efficacia. Il disco si ascolta volentieri e denota passi in avanti in più direzioni. Anche la voce del nuovo arrivato Søren Tintin Lønholdt riesce a trasmettere adeguatamente quella barbarità evocata nei testi, rivelandosi complemento azzeccato delle chitarre e della velocissima batteria. Sempre presenti all’appello, infine, anche le tastiere, nonostante queste svolgano come al solito un ruolo di fugace accompagnamento in alcuni dei tratti più marziali. In definitiva, con “The 7th Offensive” i danesi rilasciano la loro opera più riuscita degli ultimi anni: i cambi di lineup, una volta tanto, hanno fatto bene al gruppo, il quale ora può ambire ad una seconda parte di carriera più vivace e remunerativa. Staremo a vedere.