8.0
- Band: PARADISE LOST
- Durata: 00:45:15
- Disponibile dal: 18/05/2007
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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I Paradise Lost della svolta electro e dark rock vi avevano disgustato? Speravate da anni in un ritorno alle sonorità gothic metal di inizio carriera? Eccovi serviti. Con “In Requiem” la band inglese è tornata infatti al primo amore, dando alle stampe un lavoro nel quale sono le chitarre a dominare e dove il buon Nick Holmes non va certo per il sottile, sfoderando spesso e volentieri la sua una volta inconfondibile voce roca, a discapito del cantato cristallino con cui era interpretata la stra-grande maggioranza dei brani recenti. Già con l’ultimo “Paradise Lost” i nostri avevano dimostrato di voler recuperare almeno in parte le loro influenze metal e l’impatto degli esordi, ma con questo “In Requiem” la voglia di tornare alle origini è ancora più evidente: produzione ruvida, strutture spigolose (il chorus melodico non è una costante nella tracklist), chitarre ritmiche corpose e a tratti memori persino di un album come “Icon”, drumming vario e dai frequenti inserti di doppia cassa. Infine, come dicevamo, la voce di Holmes… espressiva come sempre, ma assai meno “fighetta” di quella udibile nelle pubblicazioni recenti e spesso relegata in secondo piano rispetto alle chitarre, vere dominatrici di questo platter. Anche l’apporto delle tastiere e dell’elettronica – pur rimanendo costante – è infatti stato ridotto sensibilmente: l’elemento portante del songwriting del quintetto oggi sono i riff, e non è dunque un caso che i Paradise Lost abbiano scelto di aprire il disco con una mattonata come “Never For The Damned”, oppure che la title track sia uno dei pezzi più sostenuti e pesanti che i nostri abbiano composto in tutta la loro carriera. Insomma, il gothic metal lo hanno inventato loro e con “In Requiem” i Paradise Lost hanno voluto ribadire a chiunque tale concetto. Missione compiuta? Assolutamente sì, perchè nonostante presenti un paio di tracce un po’ anonime (“Unreachable”, “Fallen Children”), l’album non manca mai di palesare tutta l’immensa classe della band, offrendoci almeno tre o quattro composizioni destinate a diventare dei classici molto presto. Sotto il profilo del songwriting era difficile eguagliare un’opera riuscitissima come “Paradise Lost”, tuttavia con “In Requiem” i Paradise Lost hanno comunque ancora dato prova di essere una formazione dalle doti straordinarie, che anche dopo undici full-length ha ancora tanto da dare a questa scena.